Un Mondo Accanto

Tutta la mitologia Greca, In ordine alfabetico

« Older   Newer »
  Share  
Demon Quaid
view post Posted on 13/6/2010, 14:15 by: Demon Quaid     +1   -1
Avatar

Vampiro di dracula

Group:
Administrator
Posts:
16,002
Reputazione:
+105
Location:
Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

Status:


Aceste (Crimiso)

Aceste o Egeste fu un re siciliano mitologico, figlio del dio fluviale Crimiso e di una donna troiana, Egesta, che era stata inviata qui dal padre per evitare alcune creature pericolose che infestavano la sua città natale.

Allevato in Sicilia, qui apprese i costumi e la lingua dell'isola; quando Troia venne attaccata dai Greci, vi si recò per difendere la città senza però riuscire a evitarne la fine; così, tornando in Sicilia, portò con sé Elimo e le sue tre navi. Si dice anche che quando Egeste fondò Segesta, venne aiutato dai compagni di Filottete; Virgilio riporta la leggenda secondo cui Segeste sarebbe stata fondata da Enea per far riposare i vecchi e le donne, dopo che queste avevano incendiato le navi poco prima di riprendere il viaggio.

Le sue vicende sono narrate in particolare da Virgilio in vari punti dell'Eneide (in particolare nel libro V). Il re siculo accoglie favorevolmente Enea nel suo regno e celebra il rituale di sepoltura per Anchise sul monte Erice. Ospiterà poi un'altra volta Enea quando, lasciata Didone, farà tappa a Drepanon nella sua rotta verso l'Italia.

Achelao

Nella mitologia greca, Achelao era uno dei figli di Antenore, ossia uno degli Antenoridi.

Achelao, figlio del mitico fondatore di Padova, combatté durante la guerra di Troia.

In alcune versioni del mito, con il termine Antenoridi vengono indicati i cittadini di Troia.

Acheloo

Acheloo è una divinità fluviale della mitologia greca. È la più importante delle divinità fluviali greche e corrisponde all'odierno fiume Aspropotamo, il più lungo dei fiumi della Grecia.

Figlio del titano Oceano e della titanide Teti, primo fra tutti i fratelli fiumi era immaginato in forma di toro, come spesso anche altre divinità fluviali. Compare nel ciclo delle fatiche di Eracle: infatti aspirava alle nozze con Deianira, figlia di Eneo, re degli Etoli, che era stata chiesta in moglie proprio da Eracle; durante la lotta fra i due, Acheloo si trasformò prima in toro, come narra Sofocle, poi in un drago viscido e iridescente ed infine in un uomo dalla testa di bue, ed Eracle gli strappò un corno; l'episodio è narrato da Ovidio nelle Metamorfosi. Allora Acheloo si considerò vinto e gli cedette il diritto di sposare Deianira, ma gli richiese il suo corno, dandogli in cambio un corno della capra Amaltea, la nutrice di Zeus, ossia la cornucopia.

Dalle gocce di sangue cadute dalla sua ferita nacquero le Sirene, chiamate infatti Acheloides dal nome del padre centauro. Secondo un'altra tradizione, queste sarebbero invece nate dall'unione di Acheloo con la musa Melpomene.

Era considerato anche il padre di molte fonti, quali la fonte Pirene di Corinto, la fonte Castalia di Delfi e la fonte Dirce di Tebe. Anche Calliroe, che sposò Alcmeone, è considerata sua figlia, ma la tradizione non ne nomina la madre. Viene nominato anche come protettore delle acque dolci, tanto che Virgilio si riferisce generalmente alle acque come Acheloia pocula.

La spiegazione di questo mito, che si riferisce alla fertilità della pianura bagnata dal fiume Acheloo e agli sforzi per contenerne le acque nell'alveo, fu già data da Strabone. Sin dai tempi più antichi era tenuto in grande venerazione per la vicinanza dell'oracolo di Dodona, che, ad ogni responso, aggiungeva l'obbligo di sacrificare all' Acheloo. Esso perciò veniva invocato anche nei sacrifici, nelle preghiere e nei giuramenti, e forse per questo fu dato il suo nome anche ad altri fiumi minori della Tessaglia e dell'Arcadia.

Achemenide (Odisseo)

Nella mitologia greca, Achemenide era uno dei compagni di Odisseo durante il suo viaggio di ritorno da Troia.

Achemenide fu dimenticato nelle terre dei Ciclopi. Qui visse a lungo nascondendosi e perdendo ogni speranza di venire salvato, finché Enea, tempo dopo, lo trovò e lo portò via con sé.

Secondo un'altra versione del mito, Achemenide fuggì con Enea durante la guerra di Troia.

Achemone

Nella mitologia greca, Achemone era il nome di un titano.

Achemone, insieme ad un suo pari, insultò a lungo Eracle, non credendo alla sua natura divina. L'eroe, allora, decise di punirlo e umiliarlo.

Secondo un'altra versione del mito, Achemone era un ciclope, che assieme al fratello Basala viveva di brigantaggio nell'isola di Pitecusa (nel mar Tirreno). Il giorno in cui i due Ciclopi assalirono Eracle, che si trovava nei pressi a dormire, il forzuto eroe li appese per i piedi all'estremità della propria clava e se li caricò sulle spalle. Eracle, poi, divertito da una loro spiritosa osservazione, li perdonò e li lasciò liberi.

In un'altra versione, Achemone è la madre di Laodamia, avuta con Bellerofonte.

Acheo (mitologia)

Acheo è un personaggio della mitologia greca, eponimo della stirpe degli Achei, popolazione ellenica dell'antica Grecia, le cui vicende storiche si svilupparono intorno al II millennio a.C.

Acheo era figlio di Xuto e Creusa, ed era il capostite degli Achei.

Durante il loro spostamento dalla Tessaglia al Peloponneso, riuscirono a conquistare tutto il territorio, ad esclusione dell'Arcadia.

Secondo Omero, Achei erano nel complesso tutti i Greci dell'antichità, ma venivano chiamati anche Argivi o Danai.

Acheso

Nella mitologia greca, Acheso era il nome di una delle figlie di Asclepio ed Epione; era la divinità che sovrintendeva al processo di guarigione.

Achille

Achille, soprannominato "piè veloce" o "piè rapido", è un personaggio della mitologia greca, nonché uno dei principali eroi leggendari della guerra di Troia e il protagonista dell'Iliade.

La leggenda di Achille è una delle più ricche della mitologia greca e una delle più antiche. Oltre ad Omero, altri poeti e le leggende popolari s'impadronirono del personaggio e s'ingegnarono a completare il racconto della sua vita, inventando episodi per supplire alle lacune dei poemi omerici. In questo modo si formò poco a poco un ciclo di Achille sovraccarico di incidenti e di leggende spesso divergenti, che ispirò i poeti tragici e i poeti epici di tutta l'antichità, fino all'epoca romana.

Achille era figlio del mortale Peleo, re dei Mirmidoni di Ftia (regione nel sud-est della Tessaglia) e della nereide Teti.

Zeus e Poseidone si erano contesi la mano di Teti fino a quando Prometeo (o, secondo altre fonti, Temis) profetizzò che la ninfa avrebbe generato un figlio più potente del padre. Per questo motivo essi dovettero rinunciare alle loro pretese e costrinsero Teti a sposare Peleo. Esiste una versione alternativa data da Le Argonautiche, nella quale Era allude alla resistenza e al rifiuto di Teti alle avance di Zeus, per rispetto al legame matrimoniale Era-Zeus. Nel poema incompleto Achilleide di Publio Papinio Stazio del I secolo, c'è una versione che non si trova in altre fonti, in base alla quale Teti, quando Achille nacque, per renderlo immortale, lo immerse nel fiume Stige, tenendolo per un tallone: il bambino divenne così invulnerabile tranne che nel tallone, che non era stato immerso nell'acqua del fiume (Tallone di Achille). Non è chiaro se questa versione di Stazio fosse nota in precedenza.

In un'altra versione Teti unse il bimbo con l'ambrosia, mettendolo sul fuoco per bruciarne le parti mortali del corpo. Venne però interrotta da Peleo che strappò con violenza il piccolo Achille dalle sue mani: il bambino rimase ustionato a un tallone e Teti, furibonda, abbandonò entrambi. Peleo, con l'aiuto del centauro Chirone, sostituì il tallone ustionato di Achille con l'astragalo (osso del tallone) del gigante Damiso, celebre per la sua velocità nella corsa: da qui l'appellativo di "piè veloce" (podas ôkus) con cui l'eroe viene anche identificato.

Tuttavia nessuna delle fonti antecedenti Stazio fa riferimento alla sua invulnerabilità. Al contrario, nell'Iliade, Omero narra di un Achille ferito: nel libro XXI, l'eroe peonio Asteropeo, figlio di Pelegone, sfida Achille nei pressi del fiume Scamandro. Egli, ambidestro, scaglia due lance alla volta e la seconda colpisce Achille al gomito, facendogli sgorgare del sangue: «sfiora coll'altro il destro braccio dell'eroe, di nero sangue lo sprizza»[4]. Neanche nei poemi epici greci del ciclo troiano dove compare una descrizione della morte dell'eroe, Cypria, Etiopide, la Piccola Iliade e l'Iliou persis (La caduta di Ilio), c'è traccia della sua invulnerabilità o del suo famoso tallone. In alcuni successivi dipinti su vaso che raffigurano la sua morte, una o più frecce trafiggono il suo corpo.

Peleo affidò Achille al centauro Chirone sul Monte Pelio affinché provvedesse alla sua crescita ed educazione.
 
Top
94 replies since 12/6/2010, 23:03   25201 views
  Share