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Tutta la mitologia Greca, In ordine alfabetico

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Demon Quaid
view post Posted on 13/6/2010, 20:40 by: Demon Quaid     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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Aci (mitologia)

Aci è un personaggio della mitologia greca, figlio di Fauno e Simetide.

Secondo il mito, o quanto ci racconta Ovidio, era un pastore bellissimo. Questo pastore si innamorò della ninfa Galatea, a sua volta amata da Polifemo e figlia di Nereo e della ninfa Doride. Accecato dalla gelosia, il ciclope scagliò un masso contro il pastore. Il suo sangue, confluito dalla roccia, fu trasformato per intercessione di Poseidone in un fiume, che fu chiamato proprio Aci e venerato come divinità. Probabilmente il mito s'ispira al modo in cui il fiume sgorga dalla sua sorgente.

La leggenda è descritta da Ovidio nelle Metamorfosi, nel libro XIII; anche Teocrito compose un racconto dedicato all'argomento di Aci e Galatea, nell'Idillio 2.

Acmone

Nella mitologia greca, Acmone era il nome di diversi personaggi, fra cui:

* Acmone, uno dei Dattili

* Acmone, uno dei Cercopi

Acmone, il terzo dei Dattili

Secondo la tradizione più antica, testimoniata da uno scolio al primo libro di Apollonio Rodio, i Dattili erano tre: Celmis, Damnameneo e Acmone. Il nome di quest'ultimo significa, in greco antico, "l'incudine".

Acmone, uno dei Cercopi

Acmone (conosciuto anche come Euribato o Triballo o Aclemone o Atlanto o Atlante), figlio di Oceano e Tia, era insieme al fratello gemello Passalo uno dei più grandi imbroglioni, ladri e impostori della mitologia greca.

Seppure avvertiti dalla madre di prestare attenzione al prode Eracle, da lei chiamato con il curioso soprannome di "Sedere bruciacchiato", essi, trasformatisi in mosconi, davano fastidio ronzando ogni notte vicino al letto dell’eroe, rapinandolo. Una notte, Eracle li fece prigionieri e li diede ad Onfale come schiavi, oppure li uccise, oppure li liberò perché divertito dai loro scherzi.

Secondo un'altra versione del mito, Zeus, infuriato perché avevano tentato di ingannarlo, li avrebbe trasformati in scimmie, deportandoli nell'isola di Pitecusa (in greco, "scimmia"), che da loro prenderebbe il nome.

Aconzio

Aconzio è un personaggio della mitologia greca, generalmente accompagnato a Cidippe.

Proveniente da Ceo, mentre viaggia per Delo in occasione delle celebrazioni dedicate ad Atena, s'infatua di Cidippe, sacerdotessa presso il tempio della dea stessa.

Come racconta Callimaco all'interno degli Aitia, Aconzio, straordinariamente colpito dalla bellezza della giovane, escogita un sistema particolare per farla sua sposa. Presa una mela, vi scrive sopra: "giuro per il santuario di Artemide di sposare Aconzio" e la invia alla fanciulla.

Ella legge quindi ad alta voce la frase, senza tuttavia accorgersi di compiere un giuramento solenne nel tempio della dea. Cidippe viene tre volte promessa in sposa dal padre ad altri uomini ma ogni volta il matrimonio non può essere celebrato a causa della sua salute precaria. Una volta venuta a conoscenza, tramite un Oracolo, del fatto che la dea Atena ha impedito tali matrimoni a causa del voto, il padre della sposa decide di prendere Aconzio come genero. Il mito viene riproposto anche nelle Eroidi di Ovidio.

Acraia

Nella mitologia greca, Acraia era una epiclesi di Era e di Afrodite; era anche una delle tre figlie di Asterione.

Era Acraia

Ad Era Acraia, cioè protettrice delle alture, era dedicato un tempio ad Argo.

Acrisio


Acrisio è un personaggio della mitologia greca, figlio di Abante e Aglaia.

Ebbe una forte rivalità col fratello gemello Preto, che emerse fin dall'infanzia: il motivo del contendere era l'eredità del padre. La lotta durò a lungo, fino a quando Preto non venne sopraffatto, ed Acrisio poté salire al trono della città di Argo.

Secondo il mito, dal matrimonio con Euridice nacque Danae, ma un oracolo predisse che sarebbe morto per mano del figlio di sua figlia. Per evitare rischi, rinchiuse Danae in un appartamento sotterraneo, o forse in una torre di bronzo, ma Zeus se ne innamorò e vi si introdusse sotto forma di pioggia d'oro. Dalla loro unione nacque Perseo, che Acrisio fece rinchiudere con la madre in una cassa poi abbandonata in mare.

Nonostante i molti ostacoli, Perseo e Danae riuscirono a tornare a casa, approdando sull'isola di Serifo. Acrisio, appena apprese la notizia, abbandonò la città, rifugiandosi a Larissa. Infine ciò che era stato predetto si avverò: Perseo fu chiamato a Larissa per partecipare a dei giochi funebri e lanciando il disco, colpì involontariamente Acrisio, che morì.

Secondo un altro mito, Acrisio morì pietrificato per aver guardato la testa della Medusa, portata dal nipote come trofeo dopo la sconfitta delle Gorgoni.

Actea

Actea era il nome di due personaggi della mitologia greca:

* Actea, una delle Nereidi, le cento figlie di Nereo e di Doride. Era un nume della generazione di divinità preolimpiche, precedenti a Zeus, ad Apollo, allo stesso Poseidone. Actea è la ninfa della riva, l’abitatrice della costa del mare.

* Actea, una delle cinquanta Danaidi, figlie di Danao e Pieria che sposò Perifante, figlio di Egitto.

Adamante

Nella mitologia greca, Adamante era il nome di uno dei figli di Asio e nipoti di Irtaco e di Arisbe, figlia di Merope

Secondo l'autore dell' Iliade, Adamante fu figlio di Asio, fratello di Ecuba, e partecipò con lui alla guerra di Troia. Con il padre e con altri valorosi guerrieri, diede l'assalto all'accampamento degli Achei, protetto da Polipete e da Leonteo. Più oltre nella battaglia Adamante, che aveva tentato di attaccare Antiloco, fu respinto dall'intervento di Poseidone in difesa del guerriero acheo. Poiché l'asta scagliata contro Antiloco era rimasta infissa nello scudo di quest'ultimo, il giovane cercò rifugio tra i suoi, ma venne inseguito e raggiunto da Merione, che lo uccise con un colpo di lancia sotto l'ombelico. Ettore, incolpando Paride delle tante uccisioni di giovani Troiani, menzionò anche Adamante, accanto al suo prode padre.

Adamantea

Adamantea è una ninfa nella mitologia greca.

Secondo il mito lei aiutò l'infante Zeus a nascondersi da suo padre, Crono, che voleva divorarlo.

La profezia di Crono

Reagendo ad una profezia di sua madre Gaia, la quale disse che uno della sua progenie lo avrebbe spodestato dalla sua suprema posizione nel pantheon, Crono ha ingoiato tutti i suoi figli appena procreati.

Rhea, la madre di Zeus e sposa di Crono cercando di salvare almeno uno dei suoi figli inganna lo sposo dandogli una pietra con le sembianze del figlio. Lui non si accorge dell'inganno mentre Zeus, viene dato alla ninfa Adamanthea che fugge.

Il nascondiglio sicuro

Crono governa la terra, i cieli e i mari, e non vi è nulla su di essi che gli possa sfuggire a lungo. Preoccupata Adamanthea riesce alla fine ha trovare un nascondiglio agli occhi del supremo. Nasconde Zeus legandolo prima con una corda presa da un albero, e in seguito tenendolo in sospeso dalla terra, dal mare e dal cielo. Diventando così invisibile a suo padre. In seguito sarà proprio Zeus a detronizzare suo padre come disse la profezia.

Ade

divinità greca, terzo figlio di Crono e di Rea, signore degli Inferi, noto più comunemente con il nome di Plutone. La parola Hades con ogni probabilità significava "l'invisibile" o "colui che rende invisibili", in contrasto con Zeus che significava "luce del giorno". Da lui si chiamò "casa di Ade" o semplicemente Ade il regno degli Inferi. Era rappresentato con la testa rivolta indietro, perché, come dio della morte che faceva scomparire ogni essere vivo, rendendolo invisibile, non si doveva contemplare.
I Greci lo consideravano una divinità fredda che applicava le regole del suo regno a tutti senza discriminazione alcuna, ma non lo ritenevano malvagio, né satanico o ingiusto. I morti erano pure ombre che vagavano per sempre nel Tartaro, continuando a dedicarsi a ciò a cui si erano dedicati durante la vita. Nella Prateria degli Asfodeli si riunivano coloro che non erano stati né virtuosi né malvagi, nel Tartaro i malvagi e nei Campi Elisi i virtuosi. Guidate da Ermete le ombre dovevano pagare un obolo a Caronte perché li traghettasse sull'altra riva, e il mostruoso Cerbero badava che non cercassero mai di fuggire. Raggiunta l'altra riva incontravano i giudici dei morti: Minosse, Radamanto ed Eaco. Ma il giudizio finale aveva poca impportanza poiché non era altro che la comclusione naturale di quel che era accaduto in vita, e la maggior parte delle ombre si fermava nella Prateria degli Asfodeli per sempre.

Adimno

Nella mitologia greca, Adimno era il nome di uno dei figli di Eos e di Cefalo

Tale Adimno in origine chiamato Fetonte, ma non quello noto con il nome omonimo figlio di Elio, fu rapito dalla dea della bellezza, Afrodite per tenerselo come schiavo a cui assegnava compiti umili quali di custodia dei suoi santuari.

Edited by demon quaid - 13/12/2013, 22:10
 
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