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Tutta la mitologia Greca, In ordine alfabetico

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Demon Quaid
view post Posted on 14/6/2010, 09:43 by: Demon Quaid     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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Admeta

Nella mitologia greca, Admeta era la figlia di Euristeo.

Una delle fatiche di Eracle, la nona, consisteva nel recupero della cintura d’oro che Ares aveva donato alla figlia Ippolita, comandante delle amazzoni.

Quando Eracle riuscì nell'impresa, Euristeo fu ben felice di regalare la mitica cintura a sua figlia Admeta.

Ricompensa per le varie fatiche doveva essere la principessa Admeta in persona, come sposa dell’eroe.

Quindi sciogliere la cintura nella camera matrimoniale dove per forza segnare la fine delle avventure.

Admeta probabilmente lottò contro l’eroe, non volendo esserne la sposa senza combattere, e probabilmente si trasformò in tutti i vari mostri che in seguito nelle sue altre fatiche Eracle dovette combattere (cerva, cavalla selvaggia, ecc)

Admeta fra l’altro è anche uno dei tanti nomi dati ad Atena.

Admete


Admete era nella mitologia greca una ninfa, figlia del titano Oceano e della titanide Teti, una delle Oceanine.

Altri nomi

Un'altra Admete citata da Pseudo-Apollodoro, era la figlia di Euristeo.

Entrambe per altri autori (quali Igino nelle sue favole) vengono invece denominate Admeta

Admeto (mitologia)

Admeto è un personaggio della mitologia greca, re di Fere in Tessaglia; fu anche sposo di Alcesti. Figlio di re Fere, da cui la città prende nome, fu uno degli Argonauti e prese parte alla caccia al Cinghiale Calidonio. Era celebre per la sua ospitalità e per il suo senso di giustizia.

Il più famoso dei figli di Admeto fu Eumelo, suo successore, che guidò un contingente da Fere per combattere nella guerra di Troia. Gli si attribuisce un altro figlio, che porta il nome del nonno, il quale accompagnò il fratello nella guerra di Troia.

Quando Apollo venne condannato dagli dèi per aver ucciso i Ciclopi, imponendogli di essere servitore di un umano per nove anni, essi scelsero la casa di Admeto, ed Apollo divenne il suo pastore, curandone anche i cavalli. Apollo rimase così stupito del trattamento benevolo di Admeto che il dio gli fece dono di far partorire a tutte le sue mucche dei gemelli.

Apollo aiutò Admeto ad ottenere la mano della principessa Alcesti, figlia di Pelia re di Iolco. Alcesti aveva così tanti pretendenti che Pelia stabilì per loro un compito apparentemente impossibile: per ottenere la mano di Alcesti avrebbero dovuto legare al giogo di una biga un cinghiale ed un leone. Apollo imbrigliò gli animali, e Admeto guidò la biga fino a Pelia, riuscendo così a sposare Alcesti. Admeto, comunque, si dimenticò di fare sacrificio ad Artemide. La dea, offesa, riempì la camera nuziale di serpenti, e nuovamente Apollo giunse in aiuto di Admeto: gli consigliò di effettuare un sacrificio ad Artemide e, una volta fatto, la dea tolse i serpenti.

L'aiuto più grande che Apollo diede ad Admeto fu di persuadere le Moire a rimandare il giorno della morte di Admeto. Apollo fece ubriacare le Moire, e queste accettarono il rinvio se Admeto fosse stato in grado di trovare qualcuno che morisse al suo posto. Admeto credette inizialmente che uno dei suoi anziani genitori sarebbe stato lieto di prendere il posto del figlio, ma così non fu. Quando questi non si mostrarono disponibili, fu sua moglie Alcesti a scegliere di morire al suo posto. La scena della morte viene descritta nell'Alcesti di Euripide, dove Tanato, il dio della morte, conduce Alcesti negli Inferi. Mentre Alcesti vi discende, Admeto scopre di non voler più vivere. La situazione venne salvata da Eracle, che si riposava a Fere mentre era in cammino alla ricerca delle cavalle di Diomede, mangiatrici di uomini. Venuto a conoscenza della situazione di Admeto, Eracle discese negli Inferi per salvare Alcesti. Lottò quindi con Thanatos fin quando il dio accettò di liberare la donna, che fu ricondotta nel mondo dei mortali.

Adone (mitologia)

Adone è una figura di origine semitica, dove era oggetto di un importante culto nelle varie religioni legate ai riti misterici. È relativamente assimilato alla divinità egizia, Osiride, al semitico Tammuz e Baal Hadad, all'etrusco Atunnis e anche al frigio Attis, tutte divinità legate alla rinascita e alla vegetazione. Soprattutto nell'attuale Siria, era identificato come Adon, stesso termine di Adonai, il Signore ebraico (nome utilizzato al posto del Tetragramma YHWH impronunciabile dai devoti). Alcuni mitologisti hanno pensato che Balder è da leggere come una sua personificazione nella mitologia germanica, associato a sua volta al Baal fenicio.

Il ramo d'oro
Come spiega James Frazer in Il ramo d'oro, opera per ampia parte dedicata al mito di Tammuz, «il culto di Adone fu praticato dalle genti semitiche di Babilonia e Siria e i Greci lo presero da loro agli inizi del settimo secolo avanti Cristo. Il vero nome della divinità era Tammuz: Adone è semplicemente il nome semitico Adon, “signore”, un titolo onorifico con il quale i fedeli si indirizzavano a lui. Nella letteratura religiosa babilonese Tammuz appare come il giovane sposo o amante di Ishtar, la grande dea madre, incarnazione delle energie riproduttive della natura».

Adone è una delle più complesse figure di culto nei tempi classici. Egli ha assunto numerosi ruoli in ogni periodo. Simboleggia la giovanile bellezza maschile ma anche la morte ed il rinnovamento della natura. Dal suo sangue crebbero gli anemoni e ad essi Adone viene associato.

Secondo la tradizione greca, figlio nato dal rapporto incestuoso fra Cinira, re di Cipro (ubriacato per l'occasione), e sua figlia Mirra; uscì dal corpo della madre trasformata in albero di mirra per sfuggir all'ira paterna appena questi scopri d'esser stato ingannato.

Allevato dalle Naiadi, riuscì letteralmente a stregar con la sua sfolgorante bellezza la stessa Afrodite, che lo amò appassionatamente, e poi anche da Persefone. Secondo il racconto dello Pseudo-Apollodoro, Afrodite lo mandò da Persefone in una cassa di legno, affinché quest'ultima lo tenesse al sicuro. Persefone se ne innamorò e lo contese ad Afrodite. Zeus risolse la loro disputa ordinando al ragazzo di passare un terzo dell'anno con Afrodite, un terzo con Persefone e un terzo con la persona di sua scelta.

Secondo altri mitografi durante una battuta di caccia fu ucciso da un cinghiale inviato dal geloso Apollo con l'aiuto di Artemide, o da Ares amante della dea Afrodite. Dal sangue del giovane morente crebbero gli anemoni e da quello della dea, ferita tra i rovi mentre era corsa a soccorrerlo, le rose rosse. Zeus commosso per il dolore di Afrodite concesse ad Adone di vivere quattro mesi nel regno di Ade, quattro sulla Terra assieme alla sua amante e quattro dove preferiva lui.

Adoneo

Nella mitologia greca, Adoneo o Aidoneo era il nome di uno dei re dei Molossi.

Secondo Plutarco Adoneo era lo sposo di Persefone e aveva una figlia Core che per scegliere il suo sposo aveva chiesto ai pretendenti di affrontare il cane Cerbero. Teseo e Piritoo invece di sfidare il cane scelsero di rapire la ragazza e questo fece infuriare il re. Catturati i due, fece sbranare Piritoo dal suo cane e rinchiuse Teseo in una torre. Solo in seguito Teseo fu liberato da Eracle, quando questi passò per caso nelle prigioni.

Plutarco in questo racconto stravolge la storia più famosa di Teseo, che entrò nell’Ade alla ricerca di Persefone dandogli un aspetto più terreno.

Secondo Pausania Adoneo era un altro re dei Tesproti. Il nome viene anche citato nell'Iliade e nella Teogonia come un altro nome di Ade, il dio degli inferi
 
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94 replies since 12/6/2010, 23:03   25197 views
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