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Tutta la mitologia Greca, In ordine alfabetico

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Demon Quaid
view post Posted on 16/6/2010, 14:53 by: Demon Quaid     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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Agave (mitologia)

Agave è un personaggio della mitologia greca.

Nel mito, Agave è figlia di Cadmo re di Tebe e di sua moglie Armonia. Ha come sorelle Ino, Semele e Autonoe ed è moglie di Echione, dal quale ebbe un figlio, l'eroe Penteo, ucciso da lei stessa.

Quando il figlio divenne re di Tebe, questo si oppose all'introduzione in città del culto di Dioniso (per parte di madre cugino dello stesso Penteo), ritenuto troppo sfrenato e completamente privo di razionalità. Il dio, per vendetta, usò Agave, e le zie di Penteo Autonoe ed Ino, per uccidere il sovrano. Dioniso, consigliò a Penteo di spiare le la madre e le zie, riunite sul monte Citerone a celebrare i riti bacchici, in modo da rendersi personalmente conto di quello che era il nuovo culto.

Penteo, nascosto sotto un pino, venne scoperto dalle invasate che accecate dalla furia dell'estasi dionisiaca, lo scambiarono per un cinghiale e fecero a pezzi il suo corpo. La prima a colpirlo fu la stessa Agave, che presa la sua testa la conficcò su un tirso, portandola come un macabro trofeo fino a Tebe, per mostrala al padre Cadmo. Solo arrivata in città la madre si accorse del tragico inganno. In seguito fuggì da Tebe e vagò per le terre dell'Illiria, fino ad arrivare alla corte del re Licoterse

Agdistis


Nella mitologia greca, Agdistis era il nome di un ermafrodita a cui vengono legate diverse leggende.

Una notte durante il sonno agitato di Zeus, egli fece un sogno in cui giaceva con una donna, il suo seme quindi arrivò fino sulla terra generando Agdistis, un giovane. Subito fu evirato dagli altri dei e divenne quindi una donna, dal membro perso nacque una pianta di mandorlo. La pianta quando crebbe attirò l’attenzione di Sangaride figlia del dio fluviale Sangario, prese una mandorla la nascose nel suo corpo e rimase incinta. Nacque a sua volta Attis, ragazzo di indubbia bellezza che fece innamorare diverse donne fra cui l’ignara Agdistis. Alle vigilie delle nozze di Attis con un'altra donna, Agdistis si presentò alle nozze facendo impazzire suo “figlio” che si evirò, l’ermafrodito si disperò tanto che gli dei concessero al suo corpo l’incorruttibilità.

Secondo altri mitografi, Zeus voleva giacersi con Cibele ma lei non voleva, quindi Zeus cavalcò la terra, nel tentativo di possederla. Nel pieno delle forze, il dio eiaculò su una pietra, la quale fecondata fu chiamata Agdos, perché Cibele era raffigurata da una pietra di una scogliera. La storia prosegue simile a quell’altra, con la differenza che questa volta non era una pianta di mandorle ma di melograno e che a raccogliere il seme era una certa Nana (altri dicono sempre la stessa Sangaride). Attis questa volta era desiderato sia da Agdistis sia da Cibele, la prima lo fece impazzire fino a farlo uccidere, la seconda seppellì il suo corpo. Dal sangue nacquero delle viole, mentre Agdistis ebbe in premio che il corpo del defunto non solo non si corrompesse mai ma anche che i suoi capelli continuarono a crescere.

Agelao

Nella mitologia greca Agelao era il nome di diverse figure.

Sotto tale nome ritroviamo:

* Agelao, uno dei figli di Eracle e Onfale.
* Agelao, figlio di Damastore, era uno dei Proci, pretendenti di Penelope, moglie di Ulisse.
* Agelao, figlio di Altea ed Elonce (o Oineo), un eroe di guerra che partecipò alla battaglia fra i Calidoni ed i Cureti, morendo durante il combattimento. Secondo un'altra versione fu ucciso dal cinghiale calidonio.
* Agelao, un pastore.
* Agelao, un valoroso guerriero troiano, figlio di Fradmone, ucciso da Diomede.
* Agelao, un guerriero acheo, ucciso da Ettore.

Agelao il pastore.

Agelao lavorava presso Troia dove regnava Priamo. Il re con il consenso di sua moglie Ecuba, decise di esporre presso il monte Ida il figlio Paride alle intemperie e alla furia di animali , in quanto, secondo il responso di un oracolo, sarebbe stato causa del funesto destino riservato a Troia. Agelao, trovandosi per caso da quelle parti cinque giorni dopo l’abbandono del bimbo, si accorse della sua presenza, lo raccolse e lo adottò come uno dei propri.

Agenore (Antenore)

Agénore è un eroe troiano, nella mitologia greca, figlio di Antenore e Teano, era un guerriero troiano nell' Iliade di Omero.

Quando Paride principe troiano, prese con sé Elena, moglie di Menelao re acheo, scoppiò una guerra fra la Grecia e i troiani; Agenore, figlio di un valente consigliere troiano, fece immediatamente parte della guerra, difendendo con audacia e valore la patria dai nemici. Egli si distinse ben presto tra i difensori, acquistando grande considerazione nel suo esercito, in particolar modo per Ettore, figlio di Priamo.

Nella guerra di Troia

In seguito alla violazione dei patti tra Greci e Troiani e ad un tentativo fallito di pace, nel decimo anno della guerra, scoppiò nuovamente una violenta mischia, destinata a continuare fino alla caduta di Troia stessa. Scoppiata nuovamente la guerra, Antiloco, figlio di Nestore, uccise Echepolo, un guerriero troiano, trafiggendogli la fronte; quando Agenore vide Elefenore, re degli Abanti, afferrare il morto per portarlo via dalla mischia e spogliarlo delle armi sfregiandone il corpo, poi, con le sue armi, gli si avvicinò, gli fiondò contro la sua lancia che gli trafisse completamente il fianco e lo fece stramazzare morto sulla terra. Ne nacque una nuova violenta rissa che si concluse con la morte dell'acheo Diore, ucciso da Piroo, capo trace, e della stesso Piroo ucciso da Toante, figlio di Andremone, e di altri eroi achei e troiani che stavano lì intorno.

L'eroe troiano ricompare nel libro XI dell'Iliade: insieme ad Ettore e ad altri capi teucri, compresi i suoi due fratelli Polibo e Acamante; lo si descrive alla guida dell'esercito troiano contro i nemici, in una giornata di guerra che occuperà ben sette libri del poema di Omero. Quando i troiani progettarono di attaccare il campo acheo, Ettore, su consiglio di Polidamante, stabilì di dividere l'esercito in gruppi: il primo, composto dai più valorosi e forti, guidato da egli stesso, Polidamante e il suo cocchiere Cebrione; il secondo comandato da Paride, insieme ad Agenore e ad Alcatoo; il terzo da Deifobo ed Eleno, entrambi figli di Priamo; del quarto, infine, era a capo Enea, accompagnato da Sarpedone, Glauco e Asteropeo.

Anche il giovanissimo figlio di Agenore, Echeclo, prese parte alla guerra di Troia, morendo eroicamente per mano di Achille. Probabilmente per cercare di vendicarne la morte Agenore affrontò l'eroe che continuava a fare scempio di troiani e gli scagliò con violenza la lancia sperando di ucciderlo, ma lo scalfì appena alla gambiera che, dopo l'urto, risuonò cupamente. Achille saltò su Agenore per ucciderlo ma Apollo glielo sottrasse di fitta nebbia e lo portò sano e salvo in Troia.

Agenore (Poseidone)

Agenore è una figura della mitologia greca, re di Tiro, figlio di Poseidone e di Libia.

Sposò Telefassa (secondo altre versioni Argiope o Antiope) e da questo matrimonio ebbe alcuni figli: Cadmo, Cilice, Fenice, e due figlie femmine Europa e Asterione. Sua figlia Europa era bellissima, Zeus volle possederla e per questo si celò sotto le sembianze di un toro e la portò via.

Agenore inviò gli altri suoi figli nella sua ricerca, dicendogli di non tornare senza di lei. Nel corso delle loro peregrinazioni, fondarono città ovunque: Fenice fu il capostipite dei fenici, Cilice quello dei cilici, Cadmo si stabilì in Beozia costruendo Cadmea, la rocca di Tebe.

Agenore (re di Argo)

Nella mitologia greca, Agenore era il nome di diversi re della città di Argo.

Sotto tale nome ritroviamo:

* Agenore re di Argo, figlio di Ecbaso e nipote di un altro Argo. Dalla sua unione con un essere nacque il mostro chiamato Argo, dai cento occhi (o dai molte occhi secondo altre versioni)
* Agenore re di Argo, figlio di Triopa. Tra i suoi discendenti ci furono Crotopo e Psamate.

Agesia

Agesia, o Egesia di Siracusa, era amico e collaboratore del tiranno Ierone, protettore di Pindaro. Come viene narrato nell'Olimpica VI vinse con il carro da mule nel 468 a.C.. Pindaro narra le origini mitologiche della famiglia degli Iamidi a cui Agesia apparteneva; una fanciulla, di nome Evadne cerca di nascondere il frutto del suo amore con il dio Apollo, esponendo il bambino, Iamo, in un bosco, dove viene protetto dagli dei e nutrito dagli animali feroci. Iamo viene in fine ritrovato e da lui deriverà questa gloriosa famiglia.

Aglaia

Aglaia è una figura della mitologia greca, figlia di Mantineo.

Aglea è una delle tre Grazie.

Sposò Abante da cui nacquero due gemelli, Acrisio e Preto e una figlia Idomenea o Eidomene. Dal primo di essi, sposo di Euridice, figlia di Lacedemone, discenderà Perseo.

Aglao

Nella mitologia greca, Aglao era il nome di uno dei figli di Tieste avuti con una Naiade.

Atreo, fratello di Tieste, per la lotta alla successione del regno non si poneva scrupoli di alcun genere. Celebre fu la sua crudeltà quando convinto suo fratello a dialogare e promettendogli la metà del paese, prese Aglao, suo nipote, lo uccise, lo cucinò e lo diede al padre suo come cibo prelibato. Il padre non si accorse subito del maledetto pasto.

A nulla era valso il tentativo di Aglao di nascondersi presso un altare di Zeus, insieme a lui vennero uccisi anche tutti i suoi fratelli, Orcomeno, Callileonte, Tantalo secondo e Plistene secondo.

Aglauro

Una delle tre figlie di Cecrope (fondatore di Atene) e di Agraulo, la figlia di Atteo (il primo re dell'Attica); le altre due si chiamavano Erse e Pandroso. Una sera, mentre le fanciulle ritornavano da una festa sacra portando il cesto di Atena a turno sul capo, Ermete offrì dell'oro ad Aglauro perché gli permettesse di introdursi nella stanza di Erse, la più giovane delle tre sorelle, di cui egli si era ardentemente innamorato. Aglauro si tenne l'oro di Ermete, ma non fece nulla per meritarselo, poiché Atena l'aveva resa gelosa dei successi di Erse. Ermete allora entrò furibondo nella casa, trasformò Aglauro in pietra e fece con Erse quel che più gli garbava. La leggenda di Ermete che seduce Erse pagando Aglauro per ottenerne la complicità, si riferisce senza dubbio alla prostituzione rituale delle sacerdotesse, che avveniva dinanzi a una statua della dea, cioè Aglauro trasformata in pietra.
Dopo che Erse ebbe generato a Ermete due figli, Cefalo e Cerice, fu mossa dalla curiosità di vedere che cosa mai si celasse nel paniere di Atena, e con la madre Agraulo e la sorella Pandroso ne sollevò il coperchio. Qui videro il piccolo Erittonio, nato dal desiderio che Efesto aveva provato per la dea, con una coda di serpente in luogo delle gambe. Madre e figlie lanciarono un urlo d'orrore e, impazzite, si gettarono giù dall'Acropoli.
Venuta a sapere di questa disgrazia, Atena ne fu così addolorata che lasciò cadere l'enorme roccia destinata a fortificare ulteriormente l'Acropoli: e quella roccia diventò il monte Licabetto. Poiché la notizia le era stata portata da un corvo, la dea ne mutò il color delle penne da bianco a nero e proibì per sempre che i corvi si posassero sull'Acropoli.
In seguito Erittonio divenne re di Atene, dove instaurò il culto di Atena e insegnò ai suoi concittadini l'arte di lavorare l'argento.
Un'altra versione della morte di Agraulo racconta che essa, durante un assedio, si gettò giù dall'Acropoli, obbedendo al consiglio di un oracolo, e così salvò Atene dall'assalto nemico.


Agmone

Nella mitologia greca, Agmone era, ai tempi della guerra di Troia, uno dei compagni di battaglia di Diomede .

Agmone, fiero combattente al fianco di Diomede riuscì a sopravvivere alla lunga guerra di Troia. Egli, ritornando dalla guerra, offese, parlando con l’amico, la dea della bellezza Afrodite. Subito la dea risentita di quei giudizi trasformò l’uomo in un cigno.

Agno (mitologia)

Nella mitologia greca, Agno era il nome di una ninfa dell’Arcadia.

Secondo Pausania la nascita di Zeus era avvenuta sul monte Liceo. Agno, ninfa di una fonte quasi magica del monte Liceo, che riusciva ad essere piena d’acqua anche se il caldo era opprimente, fu una delle creature che accudirono il padre degli dei insieme alle altre due ninfe Tisoa e Neda.

Liceo, per salvare la Terra da una siccità che sembrava interminabile, immerse un piccolo ramoscello nella fonte di Agno e pregò gli dei. La pioggia cadde subito copiosa.

Agraulo

Agraulo (o Aglauro) è il nome di due figure della mitologia greca, madre e figlia.

La madre

Agraulo (madre) sposò Cecrope, re di Atene dal corpo umano e dagli arti di serpente. Dalla loro unione erano nate tre figlie: Agraulo I (figlia), Erse e Pandroso.

La figlia

Vi sono diversi miti che narrano di questa figura. Agraulo I fu amata da Ares, dalla loro unione nacque Alcippe.

Aglauro con cui Ares ha generato Alcippe è ricordata in una storia del mito dove si racconta di Ermes che si era invaghito di sua sorella, Erse e chiese umilmente il consenso alla sorella maggiore di lei. Aglauro rifiutò invidiosa della fortuna accorsa all'altra ragazza e il dio infuriato trasformò la donna in pietra. Secondo un altro racconto, Ermes, per quanto innamorato della sorella Erse, approfittò di Agraulo quando seppe che Ares l'aveva abbandonata per Afrodite.

Un altro mito racconta di Atena, che diede ad Aglauro e le sue sorelle Erse e Pandroso una cesta, che non dovevano assolutamente aprire per nessun motivo, anche se dentro vi era Erittonio, generato dall'amore di Efesto con la dea della Terra Gea, o con la stessa Atena. Le due non riuscirono a resistere alla tentazione ma quello che videro le fecero impazzire e si gettarono in mare in preda alla pazzia. Secondo un'altra versione, Agraulo, che nutriva una certa invidia per Erse, amata da Ermes la convinse ad aprire la cassa. Erse alla vista di un essere mezzo umano e mezzo serpente inorridì, e si gettò da una rupe o, secondo un'altra versione, la stessa Atena, per punizione, la fece impazzire, fintanto che si suicidò gettandosi dalla rupe dell'Acropoli.

Infine un altro racconto menziona una sentenza di un oracolo, per il quale la ragazza si doveva sacrificare per salvare la propria terra e quindi si gettò dall’Acropoli di Atene.

L'invidia di Aglauro diventa un pretesto per Ovidio, nelle sue Metamorfosi, per tracciare gli stati d'animo di un individuo a mano a mano che il fuoco della gelosia lo pervade, la punizione che ne segue costituirà il biglietto da visita che Dante affigge nel Purgatorio Divina Commedia all'ingresso del girone degli invidiosi: "Io sono Aglauro che divenni sasso".

Interpretazione e realtà storica

In suo onore nacquero le feste aglaurie o agraulie, durante le quali i giovani ateniesi, all'interno di un bosco sacro dedicato ad Agraulo, giuravano di difendere la propria patria fedelmente.

Pareri secondari

Secondo altri pareri Aglauro si confonde con il nome di sua madre, la figlia di Atteo, e probabile quindi che sia il racconto dei destini diversi e sia le feste potevano essere riferite in parte a sua madre.

Per quanto riguarda il mito collegato ad Ermes vi è un'altra versione dove la donna vorrebbe accettare in cambio di oro di vendere la sorella, ma è Atena ad impedirglielo cambiando le sue parole in invidia.

Edited by demon quaid - 8/12/2014, 14:40
 
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