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Tutta la mitologia Greca, In ordine alfabetico

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Demon Quaid
view post Posted on 17/6/2010, 23:45 by: Demon Quaid     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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Alcinoo

Alcinoo è una figura della mitologia greca.

Alcinoo, re dei Feaci a Scheria, era figlio di Nausitoo, fratello di Ressenore e discendente di Poseidone. Apollo uccise il fratello che lasciò una figlia, Arete, che si unì in matrimonio con Alcinoo. Da tale unione nacque una figlia di nome Nausicaa. Altri autori indicano come suo padre Feace. Famoso è il suo immenso giardino, pieno di frutti che maturano in ogni stagione magicamente.

Il viaggio di Ulisse

Ulisse giunse naufrago sulle coste dell'isola e Nausicaa lo soccorse e lo invitò alla reggia del padre, il quale, una volta apprese le sue disavventure, gli fornì una nave per riprendere il viaggio.

Il viaggio degli argonauti

Sull'isola giunsero anche Giasone e Medea con gli Argonauti e Alcinoo riservò loro una sincera accoglienza. Durante il viaggio degli argonauti lo ritroviamo come re di grande saggezza e ospitalità. In seguito Giasone e compagni vennero raggiunti dai soldati del padre di Medea con intenti di vendetta, ma Alcinoo ottenne di porre condizioni affinché la donna si consegnasse a loro, condizione poi non verificata grazie all'amicizia della donna con Arete che riuscì a sapere in anticipo la condizione che il re volle porre.

Interpretazione e realtà storica

Il luogo dove regnava Alcinoo si chiamava Scheria, che secondo gli studi maggiormente accreditati doveva trattarsi di Corcira ora chiamata Corfù,[3] tale teoria troverebbe conferma grazie a Tucidide, storico dell'epoca, che collocava i Feaci in quell'isola. [4] Altre ipotesi prevedono invece che l'isola fosse l'odierna Ischia o l'Istria.

Alcione (Pleiadi)

Alcione è una figura della mitologia greca, era figlia di Atlante e di Pleione, la navigante.

Tale Alcione eletta al comando delle sette Pleiadi, guidava, le sorelle una volta diventate stelle, i pescatori.

Al loro sorgere iniziava il periodo più propizio per chiunque volesse pescare mentre al loro tramonto, soffia un vento gelido. Gli Eoli per questo definiscono Alcione una dea e la veneravano in quanto tale, cui pregavano per favorirsi i venti ed evitare le secche.

Secondo Pausania ebbe da Poseidone due figli: Anthas ed Iperete.

Alcione (mitologia)

Alcione è una figura della mitologia greca, figlia di Eolo re dei venti.

Sposò Ceice di Trachis e la loro vita fu così felice che un giorno chiamò il marito "Zeus". Il re degli dei si indignò per questo affronto e scatenò una tempesta mentre Ceice era in viaggio per mare, facendolo annegare. La sua ombra apparve ad Alcione che, intuitane la morte, si gettò nelle acque per raggiungerlo.

Gli dèi ne ebbero pietà e trasformarono entrambi in alcioni (un tipo di uccello non bene identificato, probabilmente un martin pescatore o una specie di gabbiano). Il nido dei due sposi, costruito vicino al mare, veniva continuamente distrutto dalle onde. Zeus ebbe nuovamente pietà e placò il mare per sette giorni, prima e dopo il solstizio d'inverno, affinché potessero riprodursi.

Per questo gli alcioni erano consacrati a Teti e considerati un collegamento tra cielo e mare. Divennero anche il simbolo di una rapida pace e di tranquillità.

Alcioneo

Nella mitologia greca, Alcioneo, che significa "forte asino" era il nome di diverse figure mitologiche.

Sotto il nome Alcioneo troviamo:

* Alcioneo, il capo dei giganti;

* Alcioneo, il gigante.

Alcioneo capo dei giganti

Protagonista della rivolta dei giganti contro il regno degli dei, nella Gigantomachia assunse il comando dei rivoltosi. Eracle, coinvolto nella lotta al fianco degli dei, durante la battaglia, scoccò la sua prima freccia contro Alcioneo. Il gigante cadde al suolo per poi subito rialzarsi. Egli era infatti immortale nella sua terra natia. Atena suggerì allora di rapirlo e portarlo lontano, consiglio che Eracle subito eseguì, portandosi sulle spalle il gigante oltre i confini, dove divenne un essere mortale e subito a colpi di clava venne sconfitto.

Alcioneo il gigante

Durante la decima fatica Eracle si trovò di fronte ad un altro gigante di nome Alcioneo, che si era impossessato dell’istmo di Corinto. Il gigante era un mandriano che non tollerò l’intrusione dell’eroe e gli scagliò contro un'enorme roccia, colpendo i nuovi seguaci che spontaneamente si erano radunati attorno ad Eracle e uccidendone un paio. Quando lanciò una nuova gigantesca roccia in direzione dell’eroe, Eracle la respinse con la clava colpendo il gigante, che spirò.

Alcioneo in precedenza aveva rubato per due volte i sacri bovini del dio Elio.

Alcippe (mitologia)

Nella mitologia greca, Alcippe (o Alcippa o Alkippe) era il nome di diversi personaggi.

Sotto tale nome ritroviamo:

* Alcippe, la figlia di Ares.

* Alcippe, uno dei nomi della madre di Dedalo (gli altri erano Merope ed Ifinoe)

* Alcippe, una delle ancelle di Elena.

* Alcippe, sposo di Eveno, da cui ebbe una figlia Marpessa.

Alcippe la figlia di Ares

Quando Alirrozio, uno dei figli di Poseidone venne ucciso da Ares, lui testimoniò che l'aveva eliminato perché stava per violentare sua figlia Alcippe avuta con Agraulo, della famiglia di Cecrope. Non essendoci altri testimoni e visto che la ragazza confermava quello che disse prima il genitore la corte divina lo assolse.

Alcitoe

Nella mitologia greca, Alcitoe (o Alcatoe) dal greco Ἀλκαθόη, era una delle figlie di Minia.

Alcitoe, figlia della capostipite del popolo dei Minii, che riuscì a costruire un potente impero nella Beozia, aveva diverse sorelle e fratelli, fra cui Leucippe e Arsinoe.

La punizione

Avendo rifiutato insieme alle sorelle di partecipare alla festa del culto di Dioniso, dove doveva unirsi ad altre donne della Beozia, il dio venne a punire le ragazze trasformandosi in continuazione, prima in toro, poi in pantera e leone facendole quasi impazzire. Alla fine Alcitoe insieme alle sorelle venne trasformata dal dio in pipistrello.

Secondo alti mitografi fu Ermes a trasformare le ragazze, che girovagavano impazzite nella montagne, in uccelli.

Alcmaone

Nella mitologia greca, Alcmaone fu uno dei combattenti partecipanti alla guerra di Troia, scoppiata a causa del rapimento di Elena da parte del troiano Paride, moglie del re di Sparta Menelao. Gli avvenimenti di questa guerra sono raccontati specialmente da Omero nell'Iliade.

Le origini e la partenza

Quando Menelao, rivoltosi al fratello Agamennone dopo il rapimento di sua moglie, convocò tutti i capi achei per dichiarare guerra a Troia, Alcmaone fu uno dei soldati arruolato nell'esercito del re. Lasciò dunque il padre Testore nella sua patria e partì alla volta della città.

La morte in guerra

Durante i combattimenti che si susseguirono in seguito all'attacco delle mura dell'accampamento greco, l'eroe Sarpedone, figlio di Zeus, per vendicare la ferita del fedele cugino Glauco, infertale di freccia da Teucro, scagliò la sua lancia contro Alcmaone, trafiggendolo mortalmente al petto. Quando l'eroe gli ritrasse dal corpo la lama, il corpo del guerriero rimbombò quando cadde al suolo, a causa delle armi lucenti che indossava.

Alcmena

Alcmena è una figura mitologica greca, figlia di Elettrione e di Euridice.

Alcmena fu la sposa di Anfitrione, che partì per vendicare l'assassinio del fratello di Alcmena, per mano dei Tafi.

Zeus approfittò dell'assenza del marito per presentarsi ad Alcmena sotto le spoglie di Anfitrione, e insieme a lei trascorse una notte lunga tre giorni. Alcmena, allora, generò due gemelli: Eracle (figlio di Zeus) e Ificlo (figlio di Anfitrione).

Tiresia, frattanto, raccontò il tradimento di Alcmena ad Anfitrione, il quale decise di uccidere la moglie dandole fuoco. Tuttavia l'intervento provvidenziale di Zeus provocò un acquazzone che spense il rogo, e convinse Anfitrione a perdonare Alcmena.

Quando la donna morì, Zeus ordinò che venisse sepolta nelle Isole dei beati.

Secondo Esiodo, Zeus si invaghì di Alcmena, non solo per la sua virtù, ma anche per la sua fedeltà al marito: infatti per sedurla, Zeus non ebbe altra scelta che trasformarsi nell'uomo che ella amava, il marito Anfitrione.

Alcmeone

Alcmeone è un personaggio della mitologia greca, primo figlio di Anfiarao (uno dei Sette contro Tebe) ed Erifile.

Alcmeone fu uno degli Epigoni che guidarono la seconda spedizione contro la città di Tebe. Dopo la vittoria, tornò ad Argo ed uccise la madre, che aveva convinto Anfiarao a partecipare alla spedizione in cui trovò la morte, con il solo fine di impossessarsi della collana dell'eterna giovinezza di Armonia, custodita nei forzieri di Tebe.

Erifile, tuttavia, prima di morire, lanciò un anatema contro il figlio, che fu inseguito senza tregua per molti giorni dalla furia delle Erinni, impazzendo.

Alcmeone giunse quindi alla corte di Tegeo, re di Psofi in Arcadia, che convinse il dio Apollo a cancellare la maledizione. Questi vi riuscì, e poté sposare Alfesibea, figlia di Tegeo. Quando l'eroe di Argo decise di donare la collana di Armonia alla moglie, le Erinni ricomparvero, scatenando una carestia tremenda in Arcadia.

Il consiglio dell'oracolo

Alcmeone fu quindi costretto a ripartire e giunse alla foce del fiume Acheloo. Qui si stabilì su una nuova isola, formatasi dopo un'alluvione. Seguendo il consiglio di un oracolo, andò alla ricerca del dio del fiume Acheloo, in quanto con cui la sua purificazione avrebbe potuto fermare la furia delle Erinni.

Una volta raggiunto il proprio scopo, sposò Calliroe, figlia di Acheloo, che gli diede due figli: Acarnano e Anfotero. Calliroe, però, quando seppe della collana, pretese che il marito gliela donasse, costringendolo a tornare a Psofi.

Alcmeone riuscì a farsela restituire, promettendo che l'avrebbe offerta al santuario di Apollo sull'isola di Delfi, ma quando il re di Psofi seppe i suoi veri intenti, lo fece uccidere dai figli. Alfesibea, per vendicare la morte dell'amato, li uccise.

Altro mito

Un altro mito vede come sposa di Alcmeone Arsinoe, sempre figlia di re Tegeo. In questa versione, però, venuta a conoscenza dell'omicidio da parte del padre lo maledice, venendo per questo venduta come schiava.

Alcone

Nella mitologia greca Alcone, era un eroe cretese e abilissimo arciere.

Alcone, figlio di Eretteo e padre di Falero, un giorno si ritrovò davanti ad un gigantesco serpente che stava attaccando suo figlio. Lo aveva stretto nelle spire e stava per ucciderlo quando Alcone preso il suo arco scagliò tante frecce che colpirono tutte solo l'animale senza neppure scalfire suo figlio.

È ritenuto uno dei compagni di Eracle.

Secondo altre fonti con il nome di Alcone si trovano due distinte figure mitologiche, ma ad ognuna di esse è correlato lo stesso aneddoto.

Alebione

Nella mitologia greca, Alebione o Albione era uno dei figli di Poseidone.

Alebione e suo fratello, Bergione o Bercino, erano due giganti, come molti dei figli del loro padre Poseidone. Il loro nome nei miti lo si incontra durante la decima fatica di Eracle, quando durante il trasporto delle mandrie sottratte a Gerione entrò nella loro terra.

La morte

I due fratelli vivevano tranquillamente in Liguria quando si ritrovarono l’immensa mandria di fronte a loro. Allora di comune accordo decisero di derubare l'eroe di qualche animale, ma Eracle, più abile di loro, prima li scoprì e poi in battaglia li uccise con l’aiuto di Zeus sotto una fitta pioggia di irte pietre.

Secondo un'altra versione i due fratelli vivevano in quella che poi sarà la Francia meridionale. Sotto il nome di Albione si ricorda anche un mitico re della Gran Bretagna ma secondo altri dallo stesso Albione figlio di Posidone deriva il nome dell’isola.

Alectrione

Alectrione è il termine con cui in greco antico si indicava il gallo.

Secondo la mitologia greca Alectrione era un giovane che venne incaricato da Ares di fare la guardia fuori dalla porta della stanza, mentre il dio si concedeva un illecito incontro amoroso con Afrodite. Il giovane però finì per addormentarsi ed Helios, il sole, sorprese la coppia di amanti. Ares, adirato per l'accaduto, trasformò Alectrione in un gallo, animale che da allora non dimentica mai di segnalare al mattino l'arrivo del sole.

Aleno

Nella mitologia greca, Aleno era uno dei fratelli di Diomede .

Quando suo fratello Diomede approdò e si impossessò di alcuni territori della Daunia , si scontrò con il re di quella regione Dauno figlio di Licaone. Essendo ambedue provenienti dall'Arcadia Aleno venne chiamato a far da giudice ed ad esprimere il suo giudizio. Aleno, che era innamorato della figlia di Dauno Euippa , a sorpresa diede torto al fratello.

Diomede infuriato con il parente maledì lui e la regione che governava.

Aleo

Nella mitologia greca, Aleo era il nome di uno dei re di Tegea, figlio di Afidante.

Aleo ebbe in sposa Neera, figlia di Pereo, e dalla loro unione nacquero Auge (mitologia), Cefeo, Licurgo e Afidamante.

Aleo durante uno dei suoi viaggi fu avvertito da un oracolo che i fratelli di sua moglie sarebbero periti per mano di un figlio di sua figlia.

Costrinse quindi la sua unica figlia Auge a diventare sacerdotessa di Atena e quindi a non procreare mai. La donna fu sedotta con l’inganno da Eracle e rimase incinta. Quando Aleo venne a conoscenza dell’accaduto non osò uccidere la figlia per la disubbidienza, ma la spedì da un altro re, Nauplio, con una lettera in cui chiedeva di uccidere la fanciulla.

Aleso (mitologia greca)

Nella mitologia greca, Aleso o Alisco era uno dei figli di Agamennone.

Agamennone fuori dal matrimonio ebbe numerose amanti e figli, fra cui tale Aleso.

Clitennestra ed Egisto organizzarono una strage nel palazzo dove il ragazzo risiedeva appena Agamennone ritornò dalla lunga guerra di Troia ma Aleso fu uno dei pochi a scampare alla morte.

Fuggito, si recò in Italia dove fondò la città di Falerii; partecipò alla guerra di Enea contro i Latini, venuto in Italia per fondare una nuova terra in quel luogo, schierandosi dalla parte di questi ultimi. Durante gli scontri egli, alleato di Turno, uccise abbastanza guerrieri nemici (Ladone, Ferete e Demodoco; Toante colpito da un masso al volto e per finire Strimonio, a cui Aleso troncò di netto il capo facendolo rotolare a terra) e fu infine ucciso da Pallante, che intendeva vendicare tutti i compagni uccisi dall'eroe; quando Pallante scagliò l'asta contro uno dei Latini, Aleso gli fece scudo parandoglisi davanti, e fu così che venne colpito dalla lancia del nemico in pieno petto.

Aleso fu anche il nome di uno dei lapiti, famosi per la loro guerra contro i centauri.


 
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