Un Mondo Accanto

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view post Posted: 17/8/2023, 13:48     +1Museo Faggiano - Ville e altri luoghi infestati Italiani

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In passato si è già parlato della scoperta sensazionale del patrimonio archeologico che ha dato vita al Museo Faggiano, rinvenuto durante i lavori che Luciano Faggiano stava conducendo con l’intenzione di aprire una trattoria.

Quella che però non vi abbiamo raccontato è la storia di uno spetto che si aggirerebbe all’interno degli scavi. Si tratta dell’ormai celebre fantasma del Museo Faggiano.

Diversi testimoni, infatti, sarebbero pronti a giurare di avere visto il fantasma del Museo Faggiano aggirarsi nelle stanze dell’edificio.

Già da tempo sarebbe lo spettro di un monaco ad apparire molto spesso nel piano superiore del palazzo e questo avvenimento avrebbe anche una spiegazione quasi razionale.

Da alcuni rilievi effettuati, infatti, si è scoperto che nel punto in cui il monaco fantasma si mostra per poi sparire dalla parte opposta di un muro, in tempi antichi ci sarebbe stata una porta.

Probabilmente questo personaggio, in vita, era solito camminare per i corridoi ed attraversare quel passaggio che poi è stato murato.

Ad avvertire i responsabili del museo di queste apparizioni sono stati i turisti stessi, che avrebbero intravisto questo uomo di statura media vestito con un vestito lungo, probabilmente un saio o una tunica.

Alcuni studiosi del paranormale appartenenti all’AIRM, l’Associazione Italiana Ricercatori del Mistero, hanno condotto delle ricerche nel sito e non hanno potuto fare a meno di notare delle inquietanti quanto affascinanti stranezze.

Durante un sopralluogo effettuato nel Museo Faggiano, infatti, i ricercatori si curarono di spegnere tutte le luci della struttura per proseguire la visita con le torce.

All’improvviso, stando ai racconti di uno degli esperti, le luci si accesero per qualche secondo, sebbene tutti gli interruttori fossero abbassati, per poi spegnersi di nuovo e definitivamente.

L’episodio creò profondo sgomento nei ricercatori, che ovviamente cominciarono a cercare l’ectoplasma per provare ad avere un contatto con lui.

Uno degli esploratori, mandato dagli altri a controllare gli interruttori, giura di aver parlato con una sagoma che credeva fosse uno dei suoi compagni. Immaginatevi il suo disappunto quando ha scoperto di essere solo in quella stanza e che quella figura non era un collega.

A questi episodi vanno aggiunti anche altri due momenti in cui i ragazzi sono stati sicuri di avvertire la presenza del fantasma del Museo Faggiano.

Una volta giunti al piano inferiore, infatti, i ragazzi sentirono distintamente dei passi, che non potevano in alcun modo essere di uno dei loro compagni.

In un’ultima occasione, invece, hanno avvertito un fischio molto forte provenire dai sotterranei del museo. Anche questo suono fu così distinto da poter escludere decisamente che uno dei ricercatori si fosse semplicemente suggestionato.
view post Posted: 17/4/2022, 20:12     +1Martí Enriqueta - Serial Baby-Killer

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Enriqueta Martí Ripollés (1868 – 1913), è stata una serial killer spagnola rapitrice e prosseneta di bambini.

Indagini sostennero che Enriqueta non fosse un'assassina di bambini, ma una disturbata mentale a cui si poteva con certezza imputare soltanto il rapimento di una giovane.

Enriqueta Martí, nata in un quartiere popolare di Barcellona, era figlia di un alcolizzato e di una donna delle pulizie.

La povertà della famiglia ben presto segnò la sorte della fanciulla, che, dopo aver lavorato come domestica e nutrice, a 16 anni si avvia ad esercitare la prostituzione nel quartiere del porto di Santa Madrona.

A vent'anni conosce e sposa Juan Pujalò, un pittore di nature morte che rimangono spesso invendute o acquistate per somme modeste.

Enriqueta cerca allora di sfuggire alla miseria ricorrendo al precedente mestiere, che non fu apprezzato dal marito il quale, dopo dieci anni di convivenza, la lasciò.

Il 10 febbraio 1912, in un attimo di distrazione della madre, scomparve una bambina di 5 anni: Teresita Guitart Congost.

La sparizione si aggiunse a quelle di altri bambini non più ritrovati avvenute negli ultimi tempi a Barcellona, dove l'opinione pubblica spagnola insorse accusando d'ignavia le istituzioni.

Il 17 febbraio dello stesso anno, una donna, Claudia Elías, vide una bambina sconosciuta che occhieggiava da una finestra di una casa situata di fronte alla sua al 29 di Calle Poniente.

Elías pensò che si trattasse della bimba scomparsa e comunicò i suoi sospetti al marito, che informò la polizia sulla strana donna che abitava in quella casa con una bambina mai vista prima nel quartiere.

La donna è Enriqueta Martí, che, negli ultimi tempi, all'attività di prostituta aveva aggiunto quella di fattucchiera che fabbricava e vendeva con profitto pozioni miracolose in grado di guarire ogni male.

Enriqueta era conosciuta dalla polizia come facoltosa possidente di vari immobili e venne quindi mandato per una perquisizione l'agente Ribot con due poliziotti.

Gli agenti trovarono nella casa due bambine e, alla domanda chi fossero, Enriqueta mentì, affermando che una era sua figlia Angelita e l'altra, con la testa rasata, era una bambina da lei trovata abbandonata per strada, alla quale aveva dato rifugio.

Interrogata dagli agenti, la bambina disse che in quella casa le avevano detto di chiamarsi Felicidad; in realtà il vero nome era Teresita, la bimba scomparsa, che venne restituita alla famiglia.

Dai successivi interrogatori e perquisizioni della casa di Enriqueta, emerse alla fine tutta la verità. Le due bambine raccontarono che assieme a loro c'era anche un bambino, Pepito, che era stato rinchiuso in una stanza dove era stato loro proibito di entrare.

Le due bambine, approfittando dell'assenza della donna, erano invece andate a trovare il loro compagno in castigo, ma nella stanza vuota c'era solo tanto sangue ed un odore nauseabondo.

Quando Enriqueta tornò, si era accorta che le due bambine le avevano disobbedito e, per impaurirle, quella sera le aveva costrette a mangiare un brodo dove galleggiavano due piccoli piedi lessi.

Quando la polizia compì ulteriori sopralluoghi nella casa di Calle de Ponente, trovò una quantità di prove che confermarono il terribile racconto delle bambine: "ossa di bambini e ciocche di capelli meticolosamente conservati, contenitori colmi di sangue coagulato e di grasso".

Erano questi gli ingredienti con i quali Enriqueta confezionava le pozioni che vende a facoltosi clienti i cui nomi, annotati diligentemente dalla donna in un registro, portarono alla scoperta di personaggi influenti, che compravano le pozioni ed anche le prestazioni sessuali fornite dai bambini.

Del resto, Enriqueta era stata già precedentemente denunciata per sfruttamento della prostituzione minorile, ma nessuna indagine fu avviata poiché era rimasto coinvolto nel caso un importante personaggio pubblico.

Enriqueta venne processata e condannata a morte, ma, prima che la condanna venisse eseguita, venne trovata morta nella sua cella, uccisa da un'altra carcerata.
view post Posted: 3/6/2020, 12:08     +1La leggenda della barchetta fantasma - Leggende
La "Barchetta fantasma" è la romantica leggenda degli amanti di Posillipo, raccontata dalla giornalista e poetessa Matilde Serao bnella sua opera “Leggende napoletane“. La poetessa napoletana è stata in grado di ricavarne un piccolissimo romanzo letterario. Un dramma sentimentale che ha ispirato le più disparate arti: da opere teatrali, versi di canzoni od opere pittoriche.

Si tratta della vicenda dei due amanti sfortunati del Golfo di Napoli, proprio lì, su quello scorcio marino posillipino. Tecla è una bella donna, sposa di Bruno, insieme rappresentano la tipica coppia agiata e nota dell’alta società. Lei, gelida! Non amava il marito e non si lasciava scappare occasione per mostrargli il suo disprezzo. Lui, invece, la amava appassionatamente. Per lei lettere d’amore, fiori, doni. Ma Tecla non mostrava alcun interesse per il suo sposo che faceva di tutto per essere riamato dentro e fuori il talamo nuziale.

Tecla lo invitava a rassegnarsi a questo amore. Bruno non ci riusciva. Avrebbe dovuto ammazzarla. Il delitto passionale lo avrebbe giustificato, ma non poteva. L’amava troppo, e sapeva che un atto del genere non lo avrebbe perdonato nemmeno a se stesso.

La superba e altezzosa Tecla però da lì a poco sarebbe caduta vittima dello stesso sentimento che il marito nutriva nei suoi confronti. Il destinatario di tali sentimenti fu Aldo. Un giovane galantuomo. Bastò uno sguardo, durante una festa, per capirsi e capire che erano fatti l’uno per l’altra.

Scintille, alchimia, quelle sensazioni che solo due amanti possono provare, stavano percorrendo la schiena di Tecla. Si sentì male, credette di morire. Impallidì. Le sue certezze vacillarono. Il marito preoccupato la riportò a casa. Tecla continuava a dimagrire, a star male, mentre il marito cercava di starle accanto nel miglior modo possibile.

Tecla si vergognava di quei sentimenti. Li voleva nascondere a tutti e a se stessa fino a quando, fuori al balconcino di casa a strapiombo sul mare, scorse una barchetta che Aldo affittava tutte le sere, e lì sostava ogni giorno per vegliare sul suo malessere.

Da lì iniziarono i loro incontri segreti. Remavano verso il mare aperto per trascorrere ore di amore e di passione, indisturbati. Erano anime gemelle, quelle anime che non hanno bisogno di parlare per capirsi. Da perfetti sconosciuti ad amanti, complici e ben presto anche vittime di questo grande amore.

Stanca di queste “fuitine” notturne, Tecla decise di fuggire per sempre da un matrimonio infelice. Tuttavia, come due perfetti incosciente, insieme ad Aldo, durante una tempestosa notte, decisero di scappare via, in mare aperto. Tuttavia non fu la tempesta a ucciderli.

Tecla sentiva che qualcosa non andava. Aldo cercava di rassicurarla, ma lì, tra la nebbia e la pioggia un barcaiolo li osservava. Non era un semplice traghettatore, ma Bruno che aveva scoperto i due amanti.

La tempesta imperversava. La barchetta degli amanti e quella di Bruno si scontrarono. Il marito di Tecla si levò il mantello, svelò la sua identità e ripudiò per sempre la moglie. Una maledizione fatale che capovolse la barca degli amanti travolti dal mare agitato.

Secondo la leggenda, i due innamorati, risalirono a galla tre volte prima di essere inghiottiti dalle acque. Tutte e tre volte abbracciati, con i cuori che battevano all’unisono e per tutte e tre le volte riuscirono a baciarsi. Anche Bruno morì a seguito dell’impatto con la barca degli amanti, sprofondando anche lui negli abissi. Anche lui risalì tre volte a galla, ma con il viso contrito dall’odio.

Oggi la leggenda è quasi una credenza: nelle caldi notte d’estate si materializza la barchetta fantasma con i tre protagonisti. Una barca si avvia verso Posillipo con le sagome dei due amanti, e un’altra invece giunge dall’alto scontrandosi con la barchetta più piccola. Secondo la credenza, in queste notti, solo le coppie davvero innamorate riescono a vedere a ad assistere la vicenda tra i numerosi suoni delle onde: la prova infallibile per gli amanti che sinceramente si amano.
view post Posted: 22/5/2020, 12:03     +1Cleary Bridget - Personaggi misteriosi e curiosi

LA DONNA CON IL MARITO





In Irlanda c'è una vecchia canzone, ancora molto popolare tra i bambini di quella terra, che allude a un caso in cui sono scritti argomenti inquietanti come la violenza di genere, l'omicidio e la fede nelle fate:

Sei una strega o sei una fata o sei la moglie di Michael Cleary?

Bridget Cleary nacque a Clonmel, nella contea di Tipperary, in Irlanda. Fu torturata e uccisa dal marito nel 1895, il quale sostenne che le fate le avevano rubato l'anima.

I Mutaforma, secondo i miti celtici sono quei bambini delle fate che sostituiscono i bambini umani. Naturalmente, le fate procedono a rimuovere il bambino umano per allevarlo a modo suo.

Di solito i cambiamenti sono piuttosto goffi. Hanno un appetito vorace, si mettono costantemente nei guai e non si adattano mai completamente al mondo umano. Possono essere molto affettuosi con le persone che amano, ma il loro amore finisce per essere distruttivo e in molti casi violento.

Nel marzo del 1894, Michael Cleary, era un uomo che fino a quel momento era considerato un buon vicino e un marito eccellente; l'uomo iniziò a pensare che stava succedendo qualcosa di strano a sua moglie di ventisei anni, Bridget.

Di maniere delicate, che a volte sfioravano la raffinatezza più squisita, Bridget Cleary cominciò ad apparire più riservata. Alcuni sostennero che fosse cresciuta di qualche centimetro in una sola notte, un sintomo che per molti irlandesi del diciannovesimo secolo, significava solo una cosa: Bridget aveva una sorta di relazione con le piccole persone, vale a dire le fate.

Michael affrontò sua moglie e gli fece ogni sorta di accuse, compreso che non era più la solita Bridget.

Naturalmente, Bridget negò queste affermazioni ridicole. Sosteneva, anche nei momenti di maggiore dolore fisico, che credeva nelle fate, ma che era semplicemente una donna mortale. Tuttavia, sarebbe stato presto dimostrato che una credenza apparentemente innocente come la fede nelle fate poteva giustificare il più atroce dei crimini.

Michael Cleary non agì da solo, come si potrebbe facilmente supporre, data l'assurdità delle sue accuse. Piuttosto, metodicamente torturò sua moglie in complicità con diverse persone, tra cui tre cugine della ragazza: James, Patrick e Michael; una zia, Maria; due amici, John Dunne e William Ahearne; e il padre di Bridget, Patrick Boland.

L'intenzione di questo gruppo nefasto era quella di spezzare l'anima della donna per consentire il ritorno della vera Bridget.

Dopo diversi giorni, il popolo di Clonmel notò la scomparsa di Bridget. Una vicina, Johanna Burke, si presentò a casa della ragazza per verificare se fosse ammalata. Era accompagnata da altri due vicini a cui piaceva Bridget, William Simpson e sua moglie. All'inizio gli fu negato l'ingresso, ma dopo alcune insistenze riuscirono finalmente a convincere Michael Cleary a lasciarli passare.

Il piccolo gruppo di vicini cambiò presto la loro preoccupazione per lo stupore più sinistro: Bridget era legata al letto, con le braccia e le gambe aperte, vestita solo con una camicia da notte e il viso trafitto dal dolore.

I torturatori, lungi dal sentirsi in colpa per questo atto orribile, cercarono di convincere Bridget a bere una sorta di tonico, un rimedio casalingo a base di erbe e latte con proprietà apparentemente repellenti per le fate.

La parte peggiore della scena fu che Johanna in seguito, dichiarò durante un processo, che il gruppo si riferiva direttamente a Bridget come una strega.

E subito dopo che Bridget inghiottì il famigerato antidoto, le fu chiesto:

Sei Bridget Boland Cleary, moglie di Michael Cleary, nel nome del Signore?


Praticamente affogata nel vomito, il prodotto dei litri e litri di tonico che i torturatori la costrinsero a bere, Bridget annuì disperatamente, non piangendo più.

Ma Michael Cleary e il resto dei torturatori non gli credettero.

John Dunne, un tipo particolarmente sadico, suggerì la possibilità di mettere la testa di Bridget sul fuoco, che fu prontamente ammesso dagli altri. Invano la ragazza urlò mentre il suo cuoio capelluto veniva letteralmente bruciato dalle fiamme.

Il fuoco, secondo le antiche leggende delle fate, era considerato un test sostanziale per verificare se qualcuno fosse o meno figlio di queste creature. Il Changeling (la creatura che i torturatori pensavano fosse entrata nell'anima della donna), esposto alle fiamme rivelò la sua vera natura e tornò immediatamente tra le braccia della sua vera madre.

Nonostante gli sforzi dei vicini, a questo punto, tenuti contro la volontà dal gruppo di torturatori, le manovre proseguirono fino al mattino.

Alla fine, già devastata, Bridget fu portata sul letto, incosciente.

Il giorno successivo, Michael Cleary andò a casa di William Simpson. Aveva bisogno di un revolver, disse.

Spiegò quindi che Bridget aveva confessato di incontrarsi regolarmente con le fate a Kylegranaugh Hill, dove lui voleva andare, per riavere la sua vera moglie. Per dimostrarlo, le mostrò gli strani vestiti che aveva conservato nel seminterrato, tessuti con proprietà sorprendenti che cambiarono colore in base alla luce; anche una scopa da strega e persino il tipico sterco dei destrieri grigi che le fate usano per muoversi di notte.

Simpson credeva fermamente in queste assurde prove; tuttavia, non aveva un revolver da prestargli.

Ore dopo, secondo la testimonianza di alcuni vicini, Michael Cleary fu visto andare a Kylegranaugh Hill armato di un coltello.

Quella notte Johanna Burke tornò a casa di Bridget. La trovò seduta accanto al fuoco, circondata dai suoi fratelli, che la costringevano a bere tè e mangiare pane, forse per continuare a cercare prove della sua presunta origine soprannaturale: le fate muoiono all'istante se consumano cibo fatto dai mortali.

Appena tornato dalla sua spedizione a Kylegranaugh Hill, Michael Cleary iniziò a picchiarla chiedendogli che rivelasse la sua vera identità. Bridget, ancora e ancora, giurò in lacrime di non essere un Changeling ma di credere nelle fate.

Completamente pazzo, assente da ogni logica, anche dal più piccolo sentimento di affetto e compassione, Michael Cleary immerse sua moglie nell'olio della lampada e la bruciò viva.

Michael Cleary e Patrick Burke portarono i resti carbonizzati di Bridget nel cimitero locale nel cuore della notte e la seppellirono in un fossato.

Sebbene la violenza domestica, e in particolare la violenza di genere, non erano valide ragioni per denunciare, o almeno non abbastanza per le autorità di polizia di agire in merito, comunque l'omicidio fu punito.

Michael Cleary, Boland, i Kennedy, Ahearne e Dunne, la zia e persino l'erborista locale Dennis Ganey furono arrestati e processati.

In meno di due settimane Michael Cleary fu condannato a venti anni di prigione, di cui ne avrebbe scontati solo quindici. Il resto dei torturatori ricevettero sanzioni molto meno severe.

La stampa intitolò il caso come l'ultima strega bruciata d'Irlanda, nonostante il fatto che Bridget Cleary non abbia mai avuto a che fare con la stregoneria. Il suo nome, anche dopo aver subito le più grandi atrocità, è continuato nella morte associata al soprannaturale.

L'unica giustizia ricevuta da Bridget Cleary proveniva dal sito meno atteso. I bambini di Clonmel, apparentemente molto più saggi degli adulti, stavano pian piano pulendo la reputazione della ragazza; in modo tale che il suo nome fosse separato una volta per sempre dal regno delle fate.

Non è raro che le fate adottino come sorelle, anche come regine, tutte le donne che sono morte per aver creduto in esse.

Potremmo facilmente cadere in una odiosa coincidenza etimologica: il nome Bridget è lo stesso di quello della dea del fuoco della mitologia celtica. Significa letteralmente "forza", la stessa che è bastata a Michael Cleary per svegliarsi nel cuore della notte con tutti i denti estratti da dita invisibili, che non dimenticano mai.
view post Posted: 1/5/2020, 13:29     +1Perché i vampiri vengono uccisi dalla luce solare? - Vampiri
La leggenda popolare vuole che i vampiri muoiono alla luce del sole; tuttavia, questa idea è relativamente nuova. In realtà, non ci sono riferimenti mitologici a supporto.

Questa leggenda in realtà proviene dal film sui vampiri di Wilhelm Murnau Nosferatu: A Symphony of Horror (Nosferatu, eine Symphonie des Grauens), un grande film espressionista tedesco uscito nel 1922.

Prima di quel film, non ci sono documenti folcloristici o mitologici che affermano che i vampiri possano morire quando entrano in contatto con la luce del sole.

Ad ogni modo, mentre i vampiri della leggenda non muoiono alla luce del sole, in quanto creature notturne sono soggetti all'habitat naturale in cui operano, rendendoli inadatti o completamente inutili al di fuori di esso.

In un certo senso, i vampiri sono vittime della loro specializzazione notturna.

Le prime leggende sui vampiri del Medioevo ci raccontano di succhiasangue con gravi difficoltà a muoversi alla luce del giorno, un problema che continua a stupire poiché segue le stesse regole della natura, cioè del "naturale", essendo il vampiri creature soprannaturali.

Perfettamente adattati alla vita notturna, questi vampiri medievali hanno visto le loro abilità di attaccare, notevolmente diminuire durante il giorno, proprio come fanno la maggior parte dei predatori notturni.

I razionalisti si chiedevano perché i vampiri odiano la luce del sole e, invece, adorano la luna, quando non ha una sua luminosità, ma riflette solo la luce del sole.

Bram Stoker, forse meglio di chiunque altro, raccolse questo mistero nel classico romanzo sui vampiri del 1897: Dracula (Dracula), e propose un ragionamento molto interessante.

I vampiri odiano la luce del sole, perché questa è la fonte della vita. Né muoiono durante il giorno, tanto meno quando ricevono un raggio di luce solare casuale. In realtà, i vampiri fuggono dalla luce del sole per una semplice questione di adattabilità.

Vediamo perché:

Gli umani sono creature diurne. Il nostro metabolismo segue il ritmo della luce solare. L'appetito, il sonno, sono regolati dall'assenza o dall'aumento della luce solare.

Bram Stoker ipotizza che i vampiri siano una specie di predatore naturale dell'uomo, quindi il loro momento di maggiore forza deve necessariamente coincidere con quello delle nostre maggiori debolezze.

In altre parole, i vampiri possono muoversi con assoluta facilità durante il giorno, solo lì la loro preda (noi) ci troviamo con un metabolismo accelerato, in pieno controllo delle nostre facoltà mentali e motorie, rendendoci così obiettivi molto più difficili da catturare.

Al contrario, la notte nascosta mette in scena problemi prosaici alla luce del sole, privi di significati inquietanti.

I vampiri, leggendario o narrativa, sceglie il buio perché esso coincide con il nostro momento più debole, quando dormiamo nel nostro letto impotente, immerso nella sonno: confuso, impacciato, stordito.

A partire da Dracula di Bram Stoker, dove la debolezza del conte viene a malapena menzionata durante il giorno, la letteratura ha approfondito esempi di vampiri rigorosamente bruciati dalla luce del sole.

In ogni caso, i vampiri che muoiono alla luce del sole possono servire da metafora per gli orrori notturni che si trasformano in cenere durante il giorno, che quelle ombre minacciose cariche di terribili presagi sono, dopo tutto, semplici lucubrazioni che spolverano sotto il peso luminoso della ragione.
view post Posted: 16/11/2019, 21:33     +1Sarebbe scontato presentarmi con un Ciao, mi presento, ma ci provo lo stesso. - Sala Presentazioni
Ben arrivata amica mia. Io sono un HLV, quindi meglio di me nessuno può capirti. Se hai domande chiedi pure, sarà per noi un piacere e un privilegio risponderti. Un abbraccio grande, Demon.
view post Posted: 16/5/2019, 10:38     +1Mi presento - Sala Presentazioni
Ciao Amico mio, ti auguro buona collaborazione :XBwkc41:
view post Posted: 6/9/2018, 14:14     +1La leggenda di Annabelle, la vera storia della bambola maledetta - Leggende horror
LA STORIA DELLA VERA BAMBOLA ANNABELLE SECONDO IL RACCONTO DEI CONIUGI WARREN: UNA STORIA DIVERSA MA NON MENO INQUIETANTE DI QUELLA DEI FILM

La bambola Annabelle è entrata nelle nostre vite grazie a James Wan, che l’ha infilata nel suo L’Evocazione. L’impatto iconografico della bambola è stato così forte che lo stesso Wan si è proposto come produttore per un film -già diventato una serie di film- con protagonista proprio Annabelle, la bambola maledetta.

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Il primo capitolo, Annabelle, non è stato un grande successo; il secondo, il prequel intitolato Annabelle: Creation, uscirà tra poche settimane e vanterà, dietro la macchina da presa, lo svedese David F. Sandberg. Entrambi i capitoli sono stati scritti da Gary Dauberman, che ha curato anche la sceneggiatura di IT, in uscita in autunno. Ma questo articolo racconta la vera storia di Annabelle, che, come noterai, si discosta molto dalla versione cinematografica.

ANNABELLE, LA VERA BAMBOLA: UNA RAGGEDY ANN

Tanto per cominciare, la vera bambola Annabelle è molto diversa da quella rappresentata nei film. Annabelle è una “Raggedy Ann”, una bambola di pezza con un triangolino rosso al posto del naso.

La storia della Raggedy Ann è legata a doppio filo con quella dello scrittore americano Johnny Gruelle. Raggedy Ann, infatti, ha visto la luce come personaggio dei libri illustrati per bambini grazie a Raggedy Ann Stories del 1915. La produzione delle bambole ha avuto inizio nel 1918 ad opera dello stesso Gruelle, che nel 1920 ha poi pubblicato il secondo libro, Raggedy Andy Stories, con protagonista il fratello di Ann.

Tuttavia anche la storia alla base della creazione di Raggedy Ann merita un cenno, vista la sua tragicità. Siamo agli inizi del 1900. La figlia di Johnny Gruelle, Marcella, trova nella soffitta della nonna una vecchia bambola di pezza piuttosto malmessa. Il fantasioso Gruelle, vedendo infinite possibilità in quel vecchio giocattolo, la ripara e le dà un nome.

La bambola, con quegli occhi a bottone ed il sorriso disegnato col pennarello, diventa il giocattolo preferito di Marcella. A soli 13 anni, però, Marcella si ammala e muore a causa di un vaccino infetto. Gruelle, devastato, decide di omaggiare con il suo lavoro la povera Marcella e la sua bambola preferita. Raggedy Ann è quindi il tributo di un padre amorevole verso la sua bambina, morta prematuramente.

Secondo altre fonti, è in realtà Gruelle ad aver trovato la bambola, appartenuta a sua sorella, e ad aver sviluppato il suo progetto indipendentemente dal triste destino di Marcella. Ovviamente io non so dirti dove in questa storia si fermi la leggenda e inizi la realtà, ma sappi che -per quanto straziante- questo è niente in confronto a ciò che stai per leggere. Da qui in poi, infatti, ci concentriamo sulla sanguinosa storia della bambola Annabelle secondo quanto raccontato da Ed e Lorraine Warren.

Se come me conservi sempre uno “spartano riserbo” su storie di questo tipo, aspetta di arrivare all’ultimo rigo, calcolatrice alla mano.

La vera bambola Annabelle è in realtà una Raggedy Ann, una bambola di pezza

ANNABELLE: GLI INIZI

Nel 1970, la madre di Donna acquista come regalo di compleanno per la figlia una Raggedy Ann usata in un negozio di antiquariato. Donna è una studentessa laureanda in Scienze Infermieristiche e condivide un piccolo appartamento con la compagna di studi Angie. Contenta del regalo ricevuto (beh, almeno inizialmente), Donna porta con sé la bambola nell’appartamento, la mette sul suo letto e quasi se ne dimentica sino a che…

Qualche giorno dopo Donna e Angie notano qualcosa di molto strano e inquietante: la bambola sembra in grado di muoversi. I suoi cambi di posizione in un primo momento sono quasi impercettibili, come piccoli movimenti della testa o delle gambe. Col passare dei giorni i movimenti della bambola diventano più evidenti, trasformandosi in veri e propri cambi di stanza.

Rientrando nell’appartamento, Donna e Angie trovano la bambola in una stanza diversa da quella in cui l’hanno lasciata. A volte la bambola si fa trovare a gambe incrociate e con le braccia conserte sul divano, altre volte in posizione verticale, praticamente in piedi, appoggiata ad una sedia nella sala da pranzo. Spesso Donna, prima di andare al lavoro, lascia la bambola sul divano in cucina, per poi trovarla, al suo rientro, sul letto nella sua stanza, con la porta chiusa.

I MESSAGGI DI ANNABELLE

La bambola non è solo in grado di muoversi, ma anche di scrivere. Circa un mese dopo il suo arrivo nell’appartamento, le due studentesse trovano dei messaggi a matita su biglietti di carta pergamena con la scritta “Help Us” ed “Help Lou”. La scrittura è simile a quella di un bambino. L’aspetto inquietante dei messaggi non è tanto il loro tenore, quanto il materiale su cui sono scritti: né Donna né Angie tengono in casa quel tipo di carta.

Lou è un amico di Donna e Angie, frequenta spesso il loro appartamento dove è momentaneamente ospitato. Il giovane sin da subito si dimostra innervosito dall’apparenza innocente della Raggedy Ann. Crede che la bambola sia maledetta o posseduta e che occorra far qualcosa a riguardo. Consiglia alle ragazze di sbarazzarsi della bambola quanto prima. Ma Donna e Angie, più divertite che spaventate dalle stranezze della bambola, non gli danno ascolto. Anzi…

IL SANGUE E L’INTERVENTO DEL MEDIUM

Succede spesso, quindi, che Donna rientrando a casa trovi la bambola sul suo letto, sebbene la abbia lasciata altrove. Una particolare sera Donna, di fronte alla stessa situazione, prova un’insolita paura, si rende conto che qualcosa non va. Avvicinatasi alla bambola, vede quelle che sembrano gocce di sangue sul dorso e sulle mani della Raggedy Ann. Il sangue -o meglio, la sostanza rossastra- sembra provenire dalla stessa bambola. Finalmente spaventate, Donna ed Angie decidono di chiedere l’aiuto di un Medium.

È proprio il Medium a fare, per la prima volta, il nome di Annabelle. Il sensitivo racconta alle ragazze che il suolo sul quale attualmente sorge il loro complesso di appartamenti era originariamente un campo. Proprio su quel campo, molti anni prima, venne ritrovato il corpo senza vita di una bambina di sette anni, Annabelle Higgins.

Lo spirito di Annabelle Higgins ha vagato a lungo in quella stessa zona, ha vagato sino a che Donna non ha portato lì la Raggedy Ann. È stato allora che lo spirito di Annabelle Higgins, forse riconoscendo nella bambola la sua bambola, ha deciso di diventare tutt’uno con essa. È così che Annabelle è diventata Annabelle, la bambola. Purtroppo per le ragazze, Annabelle è diventata Annabelle, la bambola maledetta.

Durante la seduta spiritica, il Medium racconta a Donna ed Angie che lo spirito si trova bene con loro, che si sente finalmente amato. Intenerite e mosse a compassione dalla storia di quella povera bambina morta, le due ragazze danno il permesso allo spirito della bambina di restare nella bambola di modo che non si senta mai più sola.

L’AGGRESSIONIE A LOU

Lou, amico di Donna ed Angie, inizia ad avere degli incubi ricorrenti su Annabelle.

Una particolare notte, Lou si sveglia ma non riesce a muoversi. Si guarda attorno e non nota nulla di strano sino a che, guardando verso i suoi piedi, vede la bambola. Annabelle inizia lentamente a scivolare lungo le sue gambe, sul torace e sino al collo, per poi fermarsi e cercare di strangolarlo. Paralizzato ed in preda al panico, Lou non ricorda più i minuti successivi, ma l’indomani mattina si convince che non sia stato solo un sogno. Il ragazzo è deciso a liberarsi della bambola e di conseguenza dello spettro che la possiede.

Qualche giorno dopo, Lou ed Angie pianificano una gita nella stanza della ragazza. Donna non è in casa e l’appartamento sembra particolarmente silenzioso quando d’improvviso sentono dei rumori provenire dalla camera di Donna. Temendo la presenza di un intruso, Lou si avvicina alla stanza di Donna ed aspetta che i rumori cessino prima di aprire la porta ed accendere la luce. Nella stanza, però, non c’è nessuno e tutto sembra in ordine, eccezion fatta per Annabelle, che invece di essere sul letto dove era stata lasciata, si trova a terra in un angolo.

Lou si avvicina alla bambola e mentre si muove realizza di star facendo qualcosa di molto sbagliato. Sente improvvisamente un terribile dolore al petto e vede la sua camicia macchiarsi di sangue. Poco dopo sul suo torace compaiono sette profondi graffi da artiglio (tre verticali e quattro orizzontali), tutti caldi come ustioni. Le ferite sembrano causate da qualcosa o qualcuno che ha tentato di aggrapparsi al suo petto in malo modo. Ma nella stanza non c’è nessuno a parte lui… e Annabelle, la bambola, che adesso si trova seduta al centro della stanza.

L’INTERVENTO DEI DEMONOLOGI: ED E LORRAINE WARREN


Donna è finalmente convinta che la bambola non ospiti lo spirito di una bambina, ma qualcosa di molto più malvagio e demoniaco. Decide quindi di chiedere aiuto a Padre Cooke della Chiesa Episcopale. È proprio Padre Cooke che, dopo aver sentito i racconti dei ragazzi ed aver consultato le alte sfere della Chiesa, contatta i coniugi Warren.

Ed e Lorraine Warren spiegano a Donna, Angie e Lou che la bambola non è posseduta, ma manipolata da uno spirito maligno. Tali entità -spiegano- non possiedono oggetti inanimati come case o giocattoli, essi possiedono gli esseri umani. Gli spiriti si legano agli oggetti (come nel caso della bambola Annabelle) solo al fine di manipolarli per creare l’illusione che siano vivi, con l’unico scopo di essere accettati, e conseguentemente, di avere l’opportunità di possedere una persona. In altre parole, secondo i Warren lo spirito non è attaccato alla bambola, la sta solo usando per cercare un ospite umano.

Uno spirito demoniaco, quindi, ha iniziato a spostare la bambola nell’appartamento per suscitare la curiosità dei suoi occupanti. L’errore di aver portato il sensitivo ha dato all’entità malevola l’opportunità di comunicare; questa, fingendosi lo spirito di una povera bambina sola, abbandonata ed indifesa, ha ottenuto da Donna ed Angie il permesso di infestare l’appartamento. Secondo i Warren, la fase successiva dell’infestazione -se le ragazze avessero atteso altre due o tre settimane prima di cercare aiuto- sarebbe stata la possessione di una delle ragazze e forse l’uccisione degli altri occupanti dell’appartamento.

L’EPILOGO: A CASA DEI WARREN

Ed e Lorraine Warren decidono di portar via la bambola. Padre Cookie accetta di eseguire un esorcismo nell’appartamento per esser certo che l’entità non possa più risiedervi. Al termine del rituale, Ed posa la bambola sul sedile posteriore dell’auto e si dirige verso casa assieme a Lorraine, proponendosi di non imboccare l’interstatale per pura precauzione.

Le preoccupazioni di Ed Warren si rivelano fondate: durante il tragitto in diversi punti perde il controllo dell’auto ed avvisa malfunzionamenti del servosterzo e dei freni. È solo dopo aver benedetto la bambola Annabelle con acqua santa che riesce finalmente a guidare sino a casa, a Monroe nel Connecticut.

La vera bambola Annabelle al suo arrivo a casa Warren, assieme a Lorraine ed Ed
Annabelle, la vera bambola, al suo arrivo a casa Warren. Assieme a Lorraine a sinistra, nella famosa teca del Museo dell’Occulto a destra.

Giunti a casa, Ed mette la bambola su di una sedia nel suo ufficio. Gli strani poteri di Annabelle però non tardano a manifestarsi: la bambola viene vista levitare in diverse occasioni. Dopo pochi giorni, però, questi eventi si fermano; i Warren pensano quindi che il demone si sia placato. Si tratta della quiete prima della tempesta: viene spesso trovata in stanze diverse da quella in cui è stata lasciata, dimostrando una strana predilezione per la sedia a dondolo di Ed posta al secondo piano.

Preoccupati, Ed e Lorraine chiamano un esorcista cattolico, che però non sembra prendere sul serio la situazione. Padre Bradford -questo il nome dell’esorcista- prende la bambola e le dice “tu sei solo una bambola di pezza, Annabelle, non puoi far del male a nessuno”. Poche ore dopo aver lasciato la casa dei Warren, Padre Bradford perde il controllo dell’auto e viene coinvolto in un incidente quasi mortale. Anche se gravemente ferito, Bradford sopravvive.

ANNABELLE AL MUSEO DELL’OCCULTO DEI WARREN

È così che Ed e Lorraine Warren decidono di mettere Annabelle in un’apposita teca nel loro museo. Lì dentro la bambola Annabelle sembra non muoversi più, ma viene ritenuta responsabile di un altro tragico incidente.

Durante la visita di una giovane coppia al Warren Occult Museum, il ragazzo inizia a picchiettare sul vetro irridendo la bambola. Ed, preoccupato dalla situazione, mette il ragazzo alla porta. Durante il viaggio di ritorno, la coppia rimane vittima di un gravissimo incidente: la moto sulla quale viaggiano si schianta contro un albero. Lui muore sul colpo, mentre la ragazza sopravvive quasi miracolosamente. È lei a raccontare -dopo un anno di convalescenza- che pochi attimi prima di perdere il controllo del veicolo i due stavano scherzando proprio su Annabelle, la bambola maledetta.

La vera bambola Annabelle nella sua teca presso il Museo dell'Occulto dei Warren
Lorraine Warren assieme alla vera bambola Annabelle, nella sua speciale teca presso il Museo dell’Occulto dei Warren (Monroe, Connecticut).

ANNABELLE OGGI

Dall’epilogo di questa brutta storia fino al 22 febbraio 2017 la bambola Annabelle è rimasta in quella teca senza arrecare ulteriori danni.

Attualmente il Warren Occult Museum è chiuso ai visitatori in attesa di essere trasferito, ma è possibile prenotare un video tour per 5,99$. In vista del trasferimento, dal febbraio di quest’anno Annabelle, la bambola maledetta, è stata spostata dalla famosa teca del Museo dell’Occulto ad una teca ugualmente sicura ma più maneggevole.

L’obiettivo sembra però essere anche quello di poter trasportare la bambola agli eventi della New England Society For Psychic Research. Il prossimo, previsto per il 12 agosto, si intitola proprio “An Evening with Annabelle” e si terrà in una location segreta. Interverranno Lorraine Warren, la stessa Annabelle, il “Conjuring Mirror”, la “Shadow Doll” ed un altro oggetto del museo mai rivelato al pubblico sino ad ora. Il costo del biglietto è di 169$, cena inclusa.

Sì, possiamo essere scettici quanto ti pare su questa storia, ma non possiamo esserlo sul suo fatturato.

Un grazie a: https://delicatamenteperfido.it/annabelle-storia-vera/
view post Posted: 6/9/2018, 00:01     +1Scoperto in Polonia un cimitero di vampiri - Vampiri
Il mondo non finirà mai di stupirci. Un gruppo di archeologi polacchi ha scoperto recentemente un cimitero di “vampiri” in Polonia. Non siamo tutti impazziti nel darvi questa notizia, poiché bisogna tenere conto della posizione in cui sono stati ritrovati gli scheletri, ed allargare un po’ il concetto di “vampiro”.

WONivOf



Provate a togliervi per un istante dalla mente la classica figura di Dracula che riposa adagiato nella bara in attesa del prossimo calice di sangue, ed analizzate i fatti che vi stiamo proponendo. I corpi rinvenuti in Polonia avevano il cranio staccato dal corpo, e posizionato tra le gambe, ovvero come nell’antico rituale di dare sepoltura a persone accusate di vampirismo.

L’esecuzione veniva riservata a coloro che si sospettava bevessero sangue, secondo la credenza popolare che, in caso di resurrezione, essi non avrebbero trovato la loro testa e quindi non sarebbero tornati a terrorizzare i vivi. Il concetto di vampirismo esiste da millenni. Culture come quelle mesopotamica, ebraica, greca e romana concepivano demoni e spiriti che possono essere considerati precursori dei moderni vampiri.

In tutte le leggende di ogni civiltà passata e presente però, i diversi tipi di vampiri vengono accomunati da una caratteristica, cioè quella di nutrirsi, in modi diversi, dei loro simili. Il folklore sui vampiri, così come lo conosciamo oggi, si è originato esclusivamente dall’Europa dell’est. Quando i miti della tradizione orale di numerosi gruppi etnici vennero messi per iscritto e pubblicati, la credenza di tali leggende divenne così persuasiva da causare isteria di massa e continue persecuzioni a persone credute vampiri.

Trattamenti orribili venivano riservati a chi era accusato di vampirismo. Alcuni venivano decapitati, altri appesi alla forca finché la testa non si staccava dal corpo. A tutti comunque il cranio veniva posizionato tra le gambe durante la sepoltura. Gli storici ci informano che questa pratica era piuttosto comune nei Paesi slavi, in particolare nei decenni che seguirono la conversione al Cristianesimo.

Fino al Medioevo la definizione di vampiro era molto più ampia rispetto a quella che alberga oggi nel nostro immaginario: potevano essere accusati di vampirismo anche coloro che erano legati a riti pagani, come per esempio lasciare cibo sulla tomba dei loro cari. Si scatenò una caccia simile a quella delle streghe, le cui conseguenze furono tragiche per migliaia e migliaia di persone che abitavano l’Europa. I resti dei “vampiri” polacchi sono stati rinvenuti nei pressi di un cantiere edile lungo la strada che porta alla città di Gliwice, una città industriale a sud della Polonia, nella regione della Slesia. I ricercatori credevano di poter trovare i resti di soldati morti durante la Seconda Guerra Mondiale.

Sarà complicato risalire all’anno della morte dei presunti vampiri dato che non è presente alcun elemento nelle tombe che possa agevolare il compito. L’ultima sepoltura di questo tipo fu registrata in Polonia nel 1914 nel villaggio di Stare Miezwiche, Masonia. Gli archeologi sono convinti che gli scheletri ritrovati risalgano ad un periodo precedente. E la squadra di esperti è al lavoro per scoprire di più su questi scheletri di uomini e donne che trovarono la morte, etichettati come “vampiri”. Accuse e superstizioni di vampirismo non sono prerogativa solo dei Paesi slavi.

Secondo una studio condotto da Matteo Borrini, archeologo ed antropologo forense dell’università di Firenze, i resti di una donna morta durante la pestilenza del XVI secolo a Venezia e sepolta con un piccolo mattone in bocca, potrebbero rappresentare le spoglie più antiche di una “vampira” mai rinvenute. Il mattone costituisce un altro rituale popolare del Medioevo, poiché avrebbe impedito alle demoniache creature di tornare ed utilizzare la bocca per succhiare il sangue.

Quando la peste dilagava, si diffondeva anche la credenza che gli untori fossero “donne vampiro”. L’idea delle donne vampiro veniva probabilmente dal fatto che spesso chi moriva di peste emetteva un rivolo di sangue dalla bocca. Inoltre, secondo un’assurda leggenda, le vampire non-morte, sepolte a fianco dei cadaveri degli appestati, si nutrivano del sangue di questi ultimi per poi uscire dalla tomba e contagiare altre persone.

Per scongiurare il contagio, coloro che erano addetti alla sepoltura dei cadaveri degli appestati, inserivano quindi un palo nella bocca delle sospette per impedire loro di mangiare. Ed è esattamente così che è stata ritrovata la “vampira italiana”, con un mattone in bocca che le ha frantumato i denti. L’ignoranza sulle cause della morte ed i conseguenti processi di decomposizione dei corpi furono all’origine di molte superstizioni sui vampiri. Su certi cadaveri, anche settimane o mesi dopo il decesso, è possibile trovare tracce di sangue, per un processo dovuto alla decomposizione intestinale.

In un’epoca in cui certi morti venivano di continuo riesumati per scoprire eventuali prove di vampirismo, il sangue trovato rappresentava una prova. La gente si attivava per cercare di impedire che il defunto, aspirante vampiro, riuscisse a scappare dalla tomba. Ma questo non avveniva mai, e possiamo immaginare la delusione dilagante. Storie di ignoranza e di oscurantismo. Di persone morte in seguito a sofferenze atroci, delle quali nessuno sembra aver avuto pietà.

Ennesima Barbarie della storia che va ad aggiungersi ad un fascicolo già molto vasto. Lontana è l’immagine dei vampiri moderni che vengono dall’America e che hanno rivoluzionato il concetto di vampirismo. La saga di Twilight dove i bevitori di sangue sono adolescenti, sono buoni, anche se non tutti, si innamorano e non invecchiano mai.

Personaggi positivi adorati da un pubblico giovane. Non proviamo repulsione per loro, né paura. Anzi, sono belli! Bellissimi, e sembrano esenti dalle brutture umane. Unico sintomo della loro “malattia”? Forse sono un tantino pallidi, ma giusto così, tanto per trovare un difetto!
view post Posted: 5/9/2018, 23:52     +1Avvistamenti di Vampiri - Vampiri
Vampiro di Ybor City

Situato nel quartiere storico di Ybor City a Tampa, in Florida, c’è un club gotico che assomiglia a un castello medievale. Nei decenni in questo posto sono passate alcune delle persone più interessanti e strane di Tampa.

Questo night club è frequentato infatti da molte persone con uno stile gotico e da persone che vivono con stili di vita “particolari”, tra cui qualcuno che sembra vivere in modo completamente diverso da quello umano…

Il vampiro Rex

Rex, un uomo alto con un vestito scuro, è stato visto apparire all’interno delle mura del castello in numerose occasioni. L’uomo è piuttosto tranquillo e si mantiene sulle sue tra le stanze affollate. A volte però gli piace conversare con una giovane donna. Rex è estremamente seducente e di lui si sa che appare e scompare in modo soprannaturale. Molti credono che si tratti di un vero vampiro, un non-morto leggendario che vaga ancora su questa terra alla ricerca della sua prossima vittima. O forse è proprio solo e in cerca di una donna che diventi la sua anima gemella… per l’eternità.

Ma da dove viene questo vampiro? Non c’è dubbio che ci siano alcuni eventi assolutamente paranormali che si verificano nella storica Ybor City e dunque non c’è niente da meravigliarsi che i non-morti possano affollare questa vecchia città in cerca di tempi passati.

Avvistamenti Vampiri a New Orleans

New Orleans è un luogo avvolto nel mistero tra storia, tragedia e romanticismo.

La città sorge nel cuore del Sud, circondata dalle paludi della Louisiana e brulicante di tutti i tipi di esseri soprannaturali. Si dice che gli avvistamenti di veri vampiri avvengano solo a New Orleans e che essi vagano da secoli nella città dei Cajun. Uno dei primi avvistamenti di vampiri di New Orleans si è verificato in un luogo buio conosciuto come “Casa Do Diablo”. Probabilmente fu questo il primo avvistamento di un vero vampiro nella Storia.

Il vampiro Ramon

Si narra che, nel 1700, un vampiro di nome Ramon che visse nella “Casa Do Diablo” si prendesse a volte cura dei giardini, come richiesto dal padrone di casa (il cognato di Ramon). Ramon non è sempre stato un vampiro, un tempo era un umano, anche se un po’ strano. Secondo la leggenda Ramon un giorno si imbatté in un rituale voodoo segreto in un vicolo buio a New Orleans e fu maledetto. La maledizione lo trasformò in un non-morto e gli diede un desiderio innaturale di sangue umano.

Un giorno il cognato di Ramon lo trovò morto fra gli alberi del giardino.

I parenti decisero di seppellirlo lì stesso perché a Ramon, quando era in vita, quel posto piaceva molto. Durante lo scavo della tomba, vennero trovate decine e decine di parti del corpo in decomposizione provenienti da esseri umani. Ramon era dunque stato un feroce assassino. Velocemente i parenti seppellirono Ramon, ma egli non rimase nella tomba perché era un non-morto. Devastò New Orleans durante la notte e prese vita ancora di più per placare la sua sete vampirica. Un giorno gli abitanti della casa trovarono Ramon tra gli alberi del giardino e riuscirono a conficcargli un paletto nel cuore e a seppellirlo.

Fino a oggi, la gente di New Orleans sostiene che gli avvistamenti di vampiri avvengono con frequenza in “Casa Do Diablo”. Alcuni dicono che è solo l’anima inquieta di Ramon che si alza dalla tomba e vola per la città. Qualcuno lo avrebbe sentito gridare: «Fatemi uscire! Io sono il diavolo!». Altri dicono invece che Ramon non è mai stato davvero ucciso, ma vive ancora nella “Casa Do Diablo”.

Vampiri in Atlanta, Georgia

Qualcosa di molto simile agli avvistamenti dei vampiri a Ybor City avviene ad Atlanta, in Georgia, in un altro locale notturno noto come “Masquerade“. Nonostante alcuni detestino questa leggenda e pensino che sia una semplice menzogna da dare in pasto alla gente, altri dicono che in certe occasioni davvero un vampiro cammini nel locale.

Più di una persona ha visto una figura scura aggirarsi intorno all’edificio per tutta la notte come se fosse un non-morto.

L’interno della Masquerade sarebbe infestato dal fantasma di un uomo di colore che alcuni dicono sia in realtà il vampiro sotto mentite spoglie. Non sono state segnalate vittime nella Masquerade, almeno non ancora. Molto spesso si sono sentite urla provenienti dalla scala posteriore. Alcuni dicono che sono urla di altri fantasmi mentre altri dicono che potrebbero essere le vittime del vampiro. Un vero vampiro si aggira di continuo nell’edificio della Masquerade alla ricerca di donatori di sangue?

Altri vampiri in Florida

Nello “Stato del Sole” ci sono stati molti avvistamenti di vampiri reali. La Florida non sembrerebbe il nascondiglio ideale per un vampiro, tuttavia le leggende e le storie ci dicono che i vampiri potrebbero essere ovunque e dovunque… compresa la Florida. Nel settembre del 2011, una giovane donna che ha dichiarato di essere una non-morta ha attaccato un uomo anziano su una sedia a rotelle.

La donna urlò che era un vampiro prima di affondare i denti nel collo dell’uomo e quest’ultimo fu poi costretto ad andare in ospedale per mettere i punti su viso, labbra e collo.

L’attacco è avvenuto nella splendida St. Petersburg e il racconto dell’episodio si può trovare in un articolo del «New York Post». Dopo essere stata arrestata, la donna ha sostenuto di non aver alcun ricordo dell’incidente. Era davvero una non-morta o questo avvistamento di un vero vampiro era solo un caso di psicosi? Altri avvistamenti di vampiri reali sono accaduti in tutta la Florida, in particolare a Saint Augustine.

Saint Augustine è una delle più antiche città della Florida ed è conosciuta soprattutto per la sua attività paranormale. I fantasmi dei pirati però non sono le uniche creature soprannaturali che infestano Saint Augustine. Infatti sono stati documentati attacchi di vampiri accaduti anche in città. Negli anni ’30, un’intera famiglia è stata presumibilmente uccisa da un vampiro con i morsi sul collo.

I vicini della famiglia avevano visto un uomo vestito di nero che lasciava la casa e che sibilò contro di loro mentre si allontanava dalla scena.
view post Posted: 26/6/2018, 12:23     +2La presentazione di Fiddler - Sala Presentazioni
CITAZIONE (Fiddler J. @ 26/6/2018, 11:32) 
CITAZIONE (Demon Quaid @ 26/6/2018, 09:55) 
Benvenuto :bonjour-97213: per quale squadra di calcio tifi?

Tifo per la Roma. :lol:

Amagggggiccaaaaa :XBwkc41:
view post Posted: 21/4/2018, 13:12     +1Piacere homines nocturni - Sala Presentazioni
Ciao amico mio, è un piacere salutarti e leggerti :bonjour-97213:
view post Posted: 1/8/2017, 14:03     +2Il vero castello di Dracula, la fortezza di Poenari - Vampiri

Ciò che resta della fortezza oggi




La fortezza di Poenari (rumeno: Cetatea Poenari), nota anche come castello di Poenari, è una fortezza situata nel comune di Arefu, nel Distretto di Argeș (Romania), affacciata sulla valle scavata dal fiume Argeş.

Fu eretto nel XIII secolo durante il regno di Valacchia, divenendo nel XIV secolo il castello più importante della famiglia dei Basarabidi. A distanza di pochi decenni il castello venne abbandonato e versò in rovina fino al XV secolo, quando venne recuperato e rafforzato da Vlad III di Valacchia, il personaggio storico ispiratore del mito di Dracula, che pare utilizzò prigionieri turchi per ricostruirlo.

Nel 1462 il fratello Radu, al comando di un'armata turca, assediò il castello. La leggenda vuole che, di fronte alla prospettiva di un assalto turco vittorioso l'indomani, la moglie di Vlad si gettò nel sottostante fiume (un affluente dell'Argeş, da allora chiamato Râul Doamnei, cioè "fiume della signora" o "della principessa"), mentre Vlad fuggì sulle montagne con l'aiuto degli abitanti della vicina Arefu (cui successivamente donò delle terre per dimostrare la propria gratitudine, cosa storicamente riconosciuta).[1][2] Tale leggenda viene citata nel film Dracula di Bram Stoker di Coppola.

A seguito della morte di Vlad III, nel 1476, il castello fu nuovamente abbandonato.

Attualmente è raggiungibile salendo una scalinata di 1.480 gradini.

A sud si trova la città di Curtea de Argeș (in ungherese Argyasudvarhely) (un municipio della Romania di 32.848 abitanti, ubicato nel distretto di Argeș, nella regione storica della Muntenia). Essa è una delle più antiche città della Romania. Secondo la tradizione fu fondata all'inizio del XIII secolo da Negru Vodă (o Radu Negru), succedendo a Câmpulung come capitale della Valacchia, da cui il nome Curtea (Corte).
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