Un Mondo Accanto

Posts written by Talos Munera

view post Posted: 26/8/2011, 21:33     +1Elenco delle Lingue Estinte - Lingue Antiche

Elenco delle Lingue Estinte



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Camerun

Duli
Gey
Nagumi
Yeni

Ciad

Horo
Muskum

Costa d'Avorio

Esuma

Repubblica Democratica del Congo

Ngbee


Egitto


Demotico parlato
Copto

Eritrea

Ge'ez

Etiopia

Gafat
Ge'ez (vedi Eritrea)
Weyto

Guinea

Lingua baga kaloum
Lingua baga sobané

Kenya

Lingua yaaku
Lingua elmolo
Kore

Nigeria

Lingua ajawa
Lingua auyokawa
Lingua basa-gumna
Lingua gamo-ningi
Lingua kpati
Lingua kubi
Lingua mawa
Lingua teshenawa

Sudafrica

Lingua xegwi
Xam
Lingua seroa


Sudan


Lingua baygo
Lingua berti
Lingua birked
Lingua gule
Lingua homa
Lingua mittu
Lingua togoyo
Lingua torona

Tanzania

Lingua aasáx
Lingua kw'adza

Tunisia

Sened
Lingua vandala

Uganda

Lingua nyang'i
Lingua singa

Argentina

Lingua chané

Bahamas

Taino

Bolivia


Lingua canichana
Lingua cayubaba
Lingua itene
Lingua jorá
Lingua saraveca
Lingua shinabo

Brasile

Lingua acroá
Arará
Lingua arua
Lingua guana
Lingua kaimbé
Lingua kamakan
Lingua kamba
Lingua kambiwá
Lingua kanoé
Lingua kapinawá
Lingua karipuna
Lingua kariri-xocó
Lingua maritsauá
Lingua nukuini
Oti
Lingua otuke
Lingua pankararé
Lingua paranawát
Lingua pataxó-Hãhaãi
Lingua potiguara
Puri
Lingua tapeba
Lingua tingui-boto
Lingua truká
Lingua tukumanféd
Lingua tupi
Lingua turiwara
Lingua tuxá
Lingua tuxinawa
Lingua uamué
Lingua umotina
Lingua wakoná
Lingua wasu
Lingua wiraféd
Lingua xakriabá
Lingua yabaâna

Canada

Lingua beothuk
Laurenziano
Lingua pentlatch
Lingua tsetsaut
Lingua wyandot

Cile

Lingua kakauhua
Lingua kunza

Colombia

Lingua andaqui
Lingua anserma
Lingua arma
Lingua barbacoas
Lingua cagua
Lingua chibcha
Lingua chipiajes
Lingua coxima
Lingua coyaima
Lingua cumeral
Lingua macaguaje
Lingua natagaimas
Lingua omejes
Lingua pijao
Lingua ponares
Runa
Tama
Lingua tomedes
Lingua totoro
Lingua yahuna

Costa Rica

Lingua chorotega

Dominica

Lingua caribe


Ecuador


Lingua tetete

El Salvador


Lingua Cacaopera


Guatemala


Lingua chicomuceltec
Lingua xinca

Guyana

Creolo Olandese

Isole Vergini

Lingua creola olandese

Messico

Chicomuceltec (vedi Guatemala)
Lingua cochimí
Náhuatl Classico
Lingua pame Sur
Lingua tepecano
Lingua tubar

Nicaragua

Lingua matagalpa
Lingua monimbo
Lingua subtiaba

Paraguay

Lingua emok

Perù

Lingua abishira
Aguano
Lingua andoa
Lingua atsahuaca
Lingua aushiri
Lingua hibito
Lingua nocaman
Lingua omurano
Lingua panobo
Lingua puquina
Lingua quechua
Remo
Sensi
Lingua yameo


San Vincenzo e Grenadine


Caribe (vedi Dominica)

Stati Uniti d'America

Adai
Alsea
Atakapa
Barbareño
Biloxi
Cayuse
Chimariko
Chitimacha
Coquille
Costanoano del Nord
Costanoan del Sud
Cruzeño
Pidgin del Delaware
Eel River Athabaskan
Esselen
Etchemin
Galice-Applegate
Hanis
Ineseño
Iowa-Oto
Island Chumash
Kalapuyan settentrionale
Karkin
Kathlamet
Kitsai
Kwalhioqua-Clatskanie
Loup A
Loup B
Basso Chinook
Lumbee
Mahican
Lingua della Valle Maidu
Martha's Vineyard Sign Language
Massachusett
Mattole-Bear River
Miami
Miluk
Lingua della Baia Miwok
Mobiliano
Mohegan
Molala
Nanticoke
Narragansett
Natchez
Nooksack
Obispeño
Ofo
Pamlico
Piro
Pomo dell'Est
Pomo del Nord
Powhatan
Purisimeño
Quiripi-Naugatuck-Unquachog
Salinano
Shinnecock
Siuslaw
Susquehannock
Takelma
Tillamook
Tonkawa
Tsetsaut
Tunico
Tutelo
Twana
Umpqua superiore
Ventureño
Wiyot
Wyandot (vedi Canada)
Yana
Yaquina
Yonkalla

Venezuela

Lingua Baniva
Lingua Yavitero


Cina


Lingua Jurchi
Lingua Tocario

India

Lingua Ahom
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Lingua Aka-Bo
Lingua Aka-Cari
Lingua Aka-Jeru
Lingua Aka-Kede
Lingua Aka-Kol
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Lingua Pali

Russia


Unno

Vicino e Medio Oriente
Vicino Oriente


Frigio
Lingue anatoliche
Lingua Cario
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Lingua Licio
Lingua Lidio
Lingua Misio
Lingua Palaico
Ittita (Nesiano)
Urarteo
Lingua Galato (Kelto-Greco)

Medio Oriente

Accadico
Lingua Amorreo
Lingua Ammonita
Lingua Antico Arabo del Sud
Lingua Assiro
Lingua Cananeo
Lingua Eblaita
Lingua Edomita
Elamita
Lingua Fenicio
Lingua Hadramautico
Lingua Moabitico
Mineo
Lingua Nabateo
Lingua Qatabaniano
Lingua Sabeo
Sumerico
Lingua Ubykh
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Daco
Illirico
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Lingua Pelasgico
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Lingua Eteocipriota
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Croazia

Dalmatico

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Greco antico
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Messapico
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Falisco
Latino

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Lingue celtiche
Lingua Cumbrico
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Lingue romanze
Lingua Anglo-Normanno
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Nord Europa

Lingue germaniche
Gotico
Lingua Norn
Lingua Lingue Brittoniche del Sud-Ovest
Lingue baltiche occidentali
Lingua Sudava o jatvingio
Antico Prussiano
Lingua Galindia
Lingue baltiche orientali
Lingua Curone
Lingua Selo
Lingua Zemgaliano

Europa centro-orientale e orientale


Lingue slave
Lingua Polaba
Lingua Slovinzia
Lingue uraliche
Sami di Kemi

Russia

Iuraziano
Kamassino
Mator

Penisola Iberica

Lingua Iberico
Lingua Tartessico
Lingua Celtiberico
Lingua Lusitano
Lingua Aquitano
Lingua Mozarabico

Oceania

Lingua Niuatoputapu
Lingua Tasmaniano




Fonte: Rosso Pompeiano forum

Edited by demon quaid - 21/7/2016, 20:50
view post Posted: 21/8/2011, 10:11     L'alfabeto degli angeli - Lingue Antiche

L'alfabeto degli angeli





Alfabeto degli Angeli che è stato registrato in formato tabellare con il XVII secolo
Occultista inglese il Dr. Thomas Rudd. La tabella è indicato di seguito come ridisegnato
intorno al 1700 da Peter Smart. Si trova nel manoscritto della British Library
Harley 6482, ed è stato pubblicato alle pagine 88-89 del Trattato di Angelo
La magia, a cura di Adam McLean (Grand Rapids, MI: Phanes Press, 1990).


Edited by demon quaid - 16/11/2016, 22:06
view post Posted: 4/8/2011, 20:45     Storia dell'alfabeto cherokee - Lingue Antiche

Storia dell'alfabeto cherokee






Un caso lampante di diffusione di un'idea è all'origine del sillabario usato dai cherokee per scrivere la loro lingua, ideato attorno al 1820 in Arkansas da un indiano di nome Sequoyah. Egli si accorse che i bianchi facevano segni sulla carta, e che ciò li aiutava a registrare e ricordare lunghi discorsi. I dettagli di questo processo erano per lui misteriosi, perché come quasi tutti i cherokee prima del 1820 era analfabeta e non conosceva l'inglese. Sequoyah era un fabbro, e stimolato dalla cosa iniziò con l'inventare un sistema per tenere il conto di quanto gli dovevano i suoi clienti. Ogni debitore era rappresentato da un disegno, attorno al quale linee e cerchi di varie misure indicavano la cifra dovuta.
Attorno al 1810 si mise ad escogitare un sistema per scrivere la lingua cherokee. Iniziò con un sistema di pittogrammi, ma abbandonò l'idea perché troppo complicata. Si mise allora a inventare segni che corrispondessero alle singole parole, ma smise quando si accorse che le centinaia e centinaia da lui coniati non bastavano mai.
Alla fine, Sequoyah si rese conto che tutte le parole erano costituite da un piccolo numero di suoni che si ripetevano uguali in molte occasioni, cioè da quelle che noi chiameremmo sillabe. Iniziò a lavorare su 200 segni sillabici, che ridusse gradualmente fino a 85; si trattava quasi sempre di combinazioni di una consonante e di una vocale.
Per trovare le forme adatte ai suoi segni, si mise a copiare le lettere che aveva visto in un sillabario inglese prestategli da un maestro di scuola. Una ventina degli 85 segni fu copiata di sana pianta, anche se con un valore completamente diverso (visto che Sequoyah non sapeva leggere l'alfabeto latino). Ad esempio, i segni D, R, b, h rappresentano in cherokee le sillabe a, e, si, ni, mentre il numero 4 fu usato per il suono se. Molti segni sono evidenti modificazioni delle lettere latine, come quelli per le sillabe yu, sa e na [...]; altri ancora furono creazioni sue, come ho, li e nu. Il sillabario di Sequoyah gode di grande considerazione presso i linguisti, perché è molto semplice, logico e adatto a rappresentare i suoni della sua lingua. Nel giro di pochi anni i cherokee raggiunsero un tasso di alfabetizzazione quasi del 100 per cento, si comprarono un torchio da stampa, fusero in piombo i segni di Sequoyah e si misero a stampare libri e giornali.



Fonte: Rosso Pompeiano forum e grazie a Matrona Malice per la segnalazione^^
view post Posted: 25/7/2011, 20:12     Il libro di Kells - L'antico
Il libro di Kells

BookKells



l Libro di Kells (Book of Kells in inglese), conosciuto anche come Grande Evangeliario di san Colombano, è un manoscritto miniato, realizzato da monaci irlandesi intorno all'800 nell'ambito dell'arte insulare. Per l'eccellenza tecnica della sua realizzazione e la sua bellezza,questo esempio dell'arte irlandese è considerato da molti studiosi una delle più importanti opere d'arte dell'epoca.Contiene la traduzione latina dei quattro Vangeli, accompagnata da note introduttive ed esplicative, il tutto corredato da numerose illustrazioni e miniature riccamente colorate. Attualmente è in mostra permanente alla biblioteca del Trinity College di Dublino, dove porta la segnatura MS 58.

Il libro di Kells è uno dei più illustri rappresentanti di un gruppo di manoscritti prodotti, dalla fine del VI secolo all'inizio del IX secolo, nei monasteri irlandesi, scozzesi, dell'Inghilterra settentrionale e nei monasteri del continente fondati da iberno-scozzesi o anglosassoni. Questi manoscritti includono:

Il Cathach di san Columba,
L' Orosio Ambrosiano,
Il Libro di Durrow,
I Vangeli di Durham,
I Vangeli di Echternach,
I Vangeli di Lindisfarne,
I Vangeli di Lichfield,
L' Evangeliario di San Gallo,
Il Libro di Armagh.

Questi, assieme ad altri non menzionati, mostrano grandi somiglianze nello stile artistico, nella scrittura e nella tradizione testuale, consentendo agli studiosi di raggrupparli in una medesima famiglia. Lo stile decorativo pienamente sviluppato colloca il libro di Kells alla conclusione della serie, tra la fine dell'VIII e l'inizio del IX secolo. Esso segue molte delle tradizioni stilistiche ed iconografiche dei manoscritti precedenti, come ad esempio la forma delle lettere decorate nelle pagine incipitarie dei Vangeli, che è sorprendentemente regolare nei vangeli insulari. Si confronti, per esempio, la pagina d'esordio del vangelo di Matteo nei Vangeli di Lindisfarne e nel libro di Kells.

Il libro di Kells prende nome dalla località di Kells, situata nella contea di Meath, in Irlanda. L'abbazia di Kells, dove il libro fu conservato per buona parte del Medioevo, fu fondata all'inizio del IX secolo, all'epoca delle invasioni vichinghe, da monaci originari dell'Abbazia di Iona, una delle isole Ebridi, situate al largo della costa occidentale della Scozia. Iona era la sede di una delle comunità monastiche più importanti della regione, tanto che San Columba, il grande evangelizzatore della Scozia, ne aveva fatto il suo principale centro missionario nel VI secolo. Quando la moltiplicazione delle incursioni vichinghe finì per rendere l'isola di Iona troppo pericolosa, la maggior parte dei monaci si trasferì a Kells, che divenne il nuovo centro delle comunità fondate da Columba.

La determinazione esatta di luogo e data della realizzazione del manoscritto è stata oggetto di dispute considerevoli. Secondo la tradizione il libro sarebbe stato redatto all'epoca di San Columba, forse da lui in persona. Studi paleografici hanno tuttavia dimostrato la falsità di questa ipotesi, dal momento che lo stile calligrafico impiegato nel libro di Kells non si è sviluppato che molto tempo dopo la morte di Columba. Gli studi paleografici datano infatti l'opera attorno all'800, circa due secoli dopo la morte di San Columba (avvenuta nel 597).

Si possono contare almeno cinque teorie differenti sull'origine geografica del manoscritto. In primo luogo il libro potrebbe essere stato scritto a Iona e quindi trasferito in fretta a Kells, cosa che spiegherebbe per quale motivo non sia mai stato terminato. Stando ad una seconda ipotesi il libro sarebbe stato redatto interamente a Iona, mentre altri studiosi avanzano la proposta che il manoscritto sia stato compiuto nello scriptorium di Kells. Una quarta ipotesi situa la creazione dell'opera nel nord dell'Inghilterra, forse a Lindisfarne: sarebbe stata poi portata a Iona e quindi a Kells. Il libro di Kells, infine, potrebbe essere stato realizzato in un non meglio determinato monastero scozzese, sebbene non ci siano prove a supporto di questa ipotesi, soprattutto a causa dell'assenza di manoscritti sopravvissuti provenienti dalla Pittavia. Anche se il problema non è ancora stato risolto in maniera soddisfacente, la seconda teoria sulla redazione del libro è quella che gode del più ampio consenso. Al di là di queste incertezze è sicuro che il libro di Kells fu realizzato da monaci appartenenti a una delle comunità di San Columba che mantenevano una stretta relazione con il monastero di Iona, se non di Iona stessa.

Dovunque sia stato redatto, gli storici sono tuttavia certi della sua presenza a Kells a partire dal XII secolo, o forse dall'inizio dell'XI secolo. L'abbazia di Kells, dove l'opera sarebbe stata custodita, fu però razziata e saccheggiata dai Vichinghi più volte nel X secolo; non si sa quindi come il libro si sia potuto salvare a tali scorribande. Un passo degli Annali dell'Ulster per l'anno 1006 riferisce che "il grande Evangeliario di Columcille, principale reliquia del mondo occidentale", fu rubato in piena notte da una sagrestia della grande chiesa di pietra di Cenannas (Kells) "a causa della sua preziosa rilegatura". Il manoscritto fu ritrovato qualche mese più tardi "sotto un mucchio di terra", privato della sua rilegatura in oro e pietre preziose. Se si ritiene, come si fa in genere, che il manoscritto di cui si parla sia il libro di Kells, si tratta della prima data in cui si può localizzare con certezza l'opera a Kells e lo strappo violento della rilegatura potrebbe inoltre spiegare la perdita di qualche foglio dell'inizio e della fine dell'opera.

Nel XII secolo alcuni documenti relativi alle terre possedute dall'abbazia di Kells furono ricopiati su alcune delle pagine bianche del libro, fatto che fornisce una nuova conferma della presenza dell'opera nella struttura monastica. A causa della rarità della pergamena, la ricopiatura di documenti all'interno di libri anche di grande valore era una pratica diffusa nel Medioevo.
Il folio 27r contiene i simboli dei quattro evangelisti.

Uno scrittore del XII secolo, Giraldus Cambrensis, descrive in un passaggio della sua Topographia Hibernica un grande evangeliario che aveva ammirato a Kildare, vicino a Kells (presumibilmente nel monastero di Glendalough). Si suppone che la descrizione si riferisca proprio al libro di Kells:
« Questo libro contiene l'armonia dei quattro Evangelisti come ricercata da Girolamo di Stridone, con quasi ad ogni pagina illustrazioni diverse, che si distinguono per la varietà dei colori. Qui potresti vedere il volto della maestà, divinamente disegnato, qui i simboli mistici degli Evangelisti, ciascuno con le ali, ora sei, ora quattro, ora due; qui l'aquila, là il bue, qui l'uomo e là il leone, e altre forme quasi infinite. Guardali superficialmente con uno sguardo ordinario, e potresti pensare che sono cancellature e non lavoro curato. La più raffinata abilità ti circonda, e non la noteresti. Guardalo con più attenzione e penetreresti nel cuore stesso dell'arte, discernendo delle complessità così delicate e sottili, così piene di nodi e di legami, con dei colori così freschi e viventi, che crederesti si tratti dell'opera di un angelo, e non di un uomo »

Dal momento che Gerardo asserisce di aver visto questo libro a Kildare, si potrebbe pensare che si tratti di un'altra opera di uguale qualità ma oggi perduta, o, con più verosimiglianza, Gerardo potrebbe aver confuso il luogo. L'abbazia di Kells fu sciolta a seguito delle riforme ecclesiastiche del XII secolo e la chiesa abbaziale fu allora trasformata in chiesa parrocchiale, ma conservò l'opera.

Il manoscritto rimase a Kells fino al 1654, anno in cui la cavalleria di Oliver Cromwell fu acquartierata nella città e il governatore mandò il libro a Dublino perché fosse al sicuro. Henry Jones, futuro vescovo di Meath, presentò il manoscritto al Trinity College nel 1661, dove è risieduto sempre, salvo brevi periodi di esposizione temporanea altrove, dal XVII secolo. L'opera fu esposta al pubblico nella Old Library dal XIX secolo. Nel XVI secolo un certo Gerard Plunkett da Dublino aggiunse ai margini delle pagine in numeri romani i numeri dei capitoli dei Vangeli, mentre nel 1621 il vescovo di Meath James Ussher numerò le pagine. Nel 1849 la regina Vittoria e il Principe Alberto di Sassonia ebbero l'onore di firmare il libro; in realtà avevano firmato un risguardo moderno erroneamente ritenuto una delle pagine originali.

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CITAZIONE
Nel livello amatoriale "The book of Kells - Episode 1 : Eastern sanctuary" Lara Croft è alla ricerca del libro

Nel corso dei secoli il libro è stato rilegato più volte. Durante una rilegatura del XVIII secolo, le pagine vennero notevolmente accorciate e piccole parti di alcune illustrazioni andarono perdute. Il libro fu rilegato anche nel 1895, ma tale rilegatura si ruppe in fretta e già alla fine degli anni venti alcuni fogli che si erano staccati erano conservati a parte. Nel 1953 l'opera fu rilegata in quattro volumi e le pagine che si erano ondulate con il tempo furono con cautela ridistese. Nel 2000, il volume contenente il Vangelo di Marco fu inviato a Canberra, in Australia, per una esposizione sui manoscritti miniati: si trattava solo della quarta volta che il libro di Kells era inviato all'estero per una mostra. Sfortunatamente, il volume ha risentito di alcuni "danni minori alla pigmentazione", durante il viaggio, forse a causa delle vibrazioni dell'aereo nel corso del viaggio.




Fonte: Rosso Pompeiano forum
view post Posted: 25/7/2011, 12:52     Le "foto" funebri degli Etruschi - Religioni nel mondo
Le "foto" funebri degli Etruschi

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I volti dei cari defunti venivano modellati sulla terracotta, come oggi noi usiamo le foto sulle tombe. Era una tecnica usata da chi non poteva permettersi i ritratti. Nella mostra "La casa delle anime” i vasi dalle fattezze umane, custoditi al Museo Archeologico di Chianciano, in cui gli Etruschi mettevano le spoglie dei defunti

Se oggi è uso comune porre una foto del defunto sulla sua lapide, nel mondo etrusco il privilegio del ritratto, destinato a immortalare nei secoli le sembianze dello scomparso, era riservato ai ricchi e ai potenti, le cui spoglie mortali finivano in un pregiato sarcofago dal coperchio scolpito a loro immagine.

Nella necropoli di Tolle però gli antichi abitanti delle terre senesi avevano escogitato un sistema molto più economico per eternare le sembianze del defunto, modellando per l'appunto il coperchio del canopo a imitazione del volto.

Anche di questo si parla a Chianciano dal 24 giugno al 16 ottobre 2011 nel corso dell'ARCHEOFEST, il primo Festival nazionale dell'archeologia che valorizza questo patrimonio con incontri, conferenze, convegni, laboratori didattici e mostre come "La casa delle anime".

La “casa delle anime”, recita il sito del comune di Chianciano, è la dimora del defunto nel suo viaggio dell’oltretomba e molto spesso l’urna stessa che ne contiene le ceneri. In molti casi nei corredi votivi dei defunti si trovano altri esempi di “case”: modelli architettonici in miniatura di capanne, case, torri, palazzi.


Fonte: Rosso Pompeiano forum
view post Posted: 15/6/2011, 18:11     La lingua Cinese Mandarino - Lingue Antiche

La lingua Mandarino



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Il mandarino standard è la lingua cinese parlata ufficiale usata dalla Repubblica popolare della Cina, la Repubblica di Cina o Taiwan, Malaysia e Singapore, e la lingua più parlata al mondo come madrelingua (837 milioni di persone).

La pronuncia del mandarino standard si basa sul dialetto di Pechino (cinese tradizionale: 北京話, cinese semplificato: 北京话, pinyin: běijīnghuà), che appartiene al mandarino, un grande e variegato gruppo di dialetti cinesi parlati dal nord al sudovest della Cina. La grammatica del mandarino standard si basa sul linguaggio cinese scritto standard, anch'esso in predominanza basato sul mandarino.

Il mandarino standard è conosciuto ufficialmente in Cina come putonghua (cinese tradizionale: 普通話, cinese semplificato: 普通话, pinyin: pǔtōnghuà, letteralmente "lingua comune"), in Taiwan come guoyu (cinese tradizionale: 國語, cinese semplificato: 国语 tongyong pinyin: guóyǔ, Wade-Giles: Kuo-yü, Gwoyeu Romatzyh: Gwoyeu, letteralmente "lingua nazionale"), e in Malaysia e Singapore come huayu (tradizionale: 華語, semplificato: 华语, pinyin: huáyǔ, letteralmente "lingua cinese"). I tre termini sono ugualmente usati dalle comunità cinesi nel mondo dove differenti gruppi sono venuti a contatto.

Fin dall'antichità, la lingua cinese è sempre stata considerata un insieme di molti dialetti, quindi c'è sempre stato bisogno di un idioma comune per eliminare le distanze linguistiche (oltre a quelle territoriali) tra i vari popoli e renderli più vicini tra loro. Confucio usava la lingua elegante (雅言, pinyin: yǎyán), invece dei dialetti colloquiali regionali; durante la Dinastia Han alcuni testi erano in "lingua comune" (通語, pinyin: tōngyǔ). I libri di rima, scritti a partire dal periodo delle Dinastie del Nord e del Sud, potrebbero aver riflettuto uno o più sistemi di pronuncia standard in uso in quei tempi. Comunque, tutti questi dialetti standard probabilmente erano conosciuti solo dalle persone colte; perfino in questi gruppi, le pronunce potevano essere molto differenti, visto che il fattore unificante di tutti i dialetti cinesi standard, il cinese classico, era uno standard scritto, non parlato.

La Dinastia Ming (1368 – 1644, 明) e la Dinastia Qing (1644 – 1911, 清) cominciarono ad usare il termine "lingua ufficiale"(tradizionale: 官話, semplificato: 官语, pinyin: guānhuà), riferendosi al modo di parlare nelle corti nobili. Nel XVII secolo, l'Impero fondò l'Accademia di ortoepia (正音書院, pinyin: zhèngyīn shūyuàn) col proposito di conformare la lingua al dialetto di Pechino. Ma questi sforzi ebbero poco successo, ancora nel XIX secolo l'imperatore aveva difficoltà a comprendere alcuni dei suoi ministri. Nondimeno, nel 1909, la morente Dinastia Qing stabilì che il dialetto di Pechino fosse la "lingua nazionale" (tradizionale: 國語, semplificato: 国语, pinyin: guóyǔ).

Dopo la costituzione della Repubblica cinese nel 1912, fu più facile promuovere un linguaggio comune. All'inizio si provò ad introdurre elementi da vari dialetti cinesi, oltre a quelli già esistenti del dialetto di Pechino. Ma nel 1924 questo tentativo fu abbandonato e il dialetto di Pechino diventò la fonte principale della pronuncia nazionale, dovuto al prestigio di questo dialetto fin dalla Dinastia Qing.

La Repubblica popolare cinese, fondata nel 1949, continuò in questa direzione. Nel 1955, il mandarino standard fu rinominato putonghua, "lingua comune", (tradizionale: 普通話, semplificato: 普通话, pinyin: pǔtōnghuà).



Fonte: Rosso Pompeiano forum
view post Posted: 15/6/2011, 17:53     La lingua Hangul - Lingue Antiche

La Lingua Hangul




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Lo hangul fu ideato da scienziati su iniziativa del re Sejong il Grande nel XV secolo e andò a sostituire il sistema di scrittura cinese, basato sugli hanja, usato dalle élites colte del paese fino a quel momento.
Come i jamo si combinano in sillabe

A differenza del sistema di scrittura cinese, è un alfabeto fonetico, in cui ogni carattere rappresenta una sillaba ed è la composizione grafica dei due o tre suoni elementari che la compongono; a ciascuno dei suoni elementari corrisponde un simbolo.

ㅎ (h aspirata) ㅏ (a) ㄴ (n) si combinano in 한 (han)
ㄱ (g) ㅡ (u breve, indistinta) ㄹ (r, l) si combinano in 글 (gŭl)

Una sillaba si compone di 2 o 3 simboli detti jamo. Fra i jamo si contano 14 consonanti e 10 vocali. La forma moderna dello hangul deriva da un'operazione di semplificazione; storicamente, l'alfabeto coreano comprendeva molti altri simboli oggi abbandonati.

La lingua coreana viene scritta oggi quasi completamente con lo hangul, tuttavia circa un migliaio di caratteri cinesi (hanja) è rimasto in uso - benché relativamente raro - nella Corea del Sud. Lo hangul si scrive da sinistra a destra, con le righe disposte dall'alto in basso. La scrittura antica, con i caratteri disposti dall'alto in basso e le righe da destra a sinistra, è ancora usata in casi particolari o per enfasi.

I simboli dello hangul moderno sono i seguenti (la traslitterazione usata in questa voce è quella ufficiale del governo sudcoreano, basata sulla pronuncia inglese di j, ch, y e w):
Lo hangul fu ideato e promulgato dal quarto re della dinastia Joseon, Sejong il Grande nel XV secolo.

Fu completato a cavallo tra il 1443 e il 1444 e pubblicato due anni dopo nel documento Hunmin Jeong-eum, da cui l'alfabeto prese il nome. Il giorno di pubblicazione dello Hunmin Jeong-eum, il 9 ottobre in Corea del Sud è il "giorno dello hangul", festa nazionale fino al 1991. Il suo equivalente in Corea del Nord è il 15 gennaio.

Secondo una vecchia leggenda re Sejong disegnò i caratteri ispirandosi ad un reticolo intricato, tuttavia la leggenda fu smentita nel 1940 a seguito del ritrovamento dello scritto Hunmin Jeong-eum Haerye (spiegazioni ed esempi dell'alfabeto coreano), datato 1446, in cui viene spiegata la logica alla base della scelta delle forme dei caratteri.

Re Sejong disse di aver creato lo hangul perché i caratteri cinesi (hanja) usati per rendere per scritto il coreano parlato erano inaccurati nel riprodurre esattamente i suoni e difficili da imparare per la gente comune. Da qui il nome Hunmin Jeong-eum, che nell'antico sino-coreano significava "i suoni adatti per l'istruzione delle persone". All'epoca solo i maschi delle famiglie aristocratiche (Yangban) venivano istruiti a leggere e scrivere gli hanja; questo rendeva la grandissima maggioranza dei coreani degli analfabeti di fatto. Lo hangul trovò una grande opposizione da parte delle classi colte, che rivendicavano gli hanja come l'unico sistema di scrittura legittimo. La protesta di Choe Manri e di altri confuciani nel 1444 ne fu un esempio.

Il governo prese successivamente le distanze dallo hangul. Re Yeonsangun, il decimo della dinastia, nel 1504 proibì che lo hangul venisse studiato e usato. Lo hangul rimase il sistema di scrittura usato dalle donne e dalle persone non istruite.

Nel tardo XIX secolo il nazionalismo coreano, riacceso dai tentativi del Giappone di sganciare la Corea dalla sfera di influenza della Cina, vide nello hangul un simbolo nazionale. A seguito della Riforma Gabo (갑오 개혁), promossa da alcuni politici pro-giapponesi, lo hangul nel 1894 fu adottato in documenti ufficiali. Dopo l'annessione della Corea da parte del Giappone nel 1910 lo hangul fu insegnato per un breve periodo nelle scuole, ma fu successivamente bandito in ossequio alla politica giapponese dell'assimilazione culturale delle popolazioni dei territori conquistati.

La Corea, dopo aver riottenuto l'indipendenza dal Giappone nel 1945, adottò lo hangul come suo alfabeto ufficiale. Alcune élites avrebbero preferito mantenere un sistema misto simile a quello giapponese, che usasse gli hanja per i sostantivi, ma questo utilizzo misto è andato via via decrescendo. Oggi l'utilizzo degli hanja in normali documenti e pubblicazioni è relativamente raro.



Il nome hangul fu coniato da Ju Si-gyeong nel 1912 e significa sia "grande alfabeto" in coreano antico che "alfabeto coreano" in coreano moderno. Non viene scritto in hanja, benché la prima sillaba, han (한), se usata nel senso di "coreano" possa essere resa anche col carattere 韓. Si pronuncia [hangɯl] e viene trascritta in diversi modi

Hangeul o Han-geul, secondo la convenzione adottata dal governo della Corea del Sud
Han'gŭl, secondo la convenzione di McCune-Reischauer, spesso senza il diacritico nei testi in lingua inglese
Hankul, secondo la convezione adottata da Yale, anch'essa frequente in testi inglesi

Hunmin Jeong-eum è il nome storico originale, mentre i coreani del nord adottano il nome Chosŏn'gŭl 조선글, per via del diverso nome che loro danno alla Corea.

Urigeul o Uri-kŭl 우리 글 – "il nostro alfabeto" è una forma usata in entrambe le Coree.

Fino agli inizi del XX secolo, lo hangul era spesso denigrato da coloro che avrebbero preferito mantenere la tradizionale scrittura hanja, fu da loro pertanto spesso appellato come

Eonmun 언문, 諺文? – "alfabeto volgare".
Amgeul 암클 – "alfabeto delle donne". 암 - (probabilmente derivato da 陰) è un prefisso usato per assegnare a un sostantivo il genere femminile.
Ahaegeul 아해글 – "alfabeto dei bambini".

ciò nonostante l'utilizzo della scrittura ideografica è diventato nei decenni sempre più raro in Corea del Sud ed è stato bandito in Corea del Nord; oggi questi appellativi non si usano più.

I Jamo

I jamo (자모; hanja: 字母) o nassori (낱소리) sono le singole lettere che compongono i caratteri dello hangul. Ja significa "lettera" o "carattere", mo significa "madre", il nome sta quindi ad indicare che i jamo sono gli elementi di base da cui si generano i caratteri.

Esistono 51 jamo, di cui 24 sono equivalenti alle lettere dell'alfabeto latino. Gli altri 27 sono raggruppamenti di due o (raramente) tre jamo. Dei 24 jamo semplici, quattordici sono consonanti (ja-eum 자음, 子音: letteralmente "suoni figli") e dieci sono vocali (mo-eum 모음, 母音: letteralmente "suoni madri"). 5 consonanti sono raddoppiate per produrre l'equivalente suono doppio e 11 raggruppamenti sono coppie di consonanti diverse. I dieci jamo vocalici formano per combinazione 11 dittonghi:

14 consonanti semplici: ㄱㄴㄷㄹㅁㅂㅅㅇㅈㅊㅋㅌㅍㅎ, cui si aggiungono le obsolete ㅿㆁㆆㅱㅸㆄ
5 consonanti doppie: ㄲㄸㅃㅆㅉ, cui si aggiungono le obsolete ㅥㆀㆅㅹ
11 raggruppamenti di consonanti ㄳㄵㄶㄺㄻㄼㄽㄾㄿㅀㅄ, cui si aggiungono gli obsoleti ㅦㅧㅨㅪㅬㅭㅮㅯㅰㅲㅳㅶㅷㅺㅻㅼㅽㅾㆂㆃ, e gli obsoleti raggruppamenti tripli ㅩㅫㅴㅵ

6 vocali semplici: ㅏㅓㅗㅜㅡㅣ, cui si aggiunge l'obsoleta ㆍ
4 vocali semplici iotizzate: ㅑㅕㅛㅠ
11 dittoghi: ㅐㅒㅔㅖㅘㅙㅚㅝㅞㅟㅢ, cui si aggiungono gli obsoleti ㆎㆇㆈㆉㆊㆋㆌ

Quattro jamo vocalici sono derivati dai corrispondenti jamo semplici per aggiunta di un trattino che sta ad indicare iotizzazione, ovvero che la vocale è preceduta da una i breve (trascritta come y): ㅑ ya, ㅕ yeo, ㅛ yo e ㅠ yu. Questi quattro jamo sono considerati appartenenti al gruppo dei 24 jamo fondamentali, dato che il trattino da solo non rappresenta il suono i breve. Non esiste infatti un jamo per tale suono.

Tra le consonanti semplici, ㅊ chieut, ㅋ kieuk, ㅌ tieut e ㅍ pieup sono i corrispondenti suoni aspirati rispettivamente di ㅈ jieut, ㄱ giyeok, ㄷ digeut e ㅂ bieup; sono formati dallo jamo della consonante da cui derivano con l'aggiunta di un trattino orizzontale aggiuntivo che sta ad indicare l'aspirazione del suono.

Le consonanti doppie consistono di due segni identici appaiati orizzontalmente e rappresentano il rafforzamento del suono in maniera analoga a come avviene per le consonanti doppie nella lingua italiana. Sono ㄲ ssang-giyeok (kk: ssang- 쌍 "doppio"), ㄸ ssang-digeut (tt), ㅃ ssang-bieup (pp), ㅆ ssang-siot (ss) e ㅉ ssang-jieut (jj).

Nel combinarsi a formare una sillaba, ciascun jamo può occupare tre posizioni

iniziale (초성, 初聲 choseong): è la consonante che precede la vocale, può essere anche doppia; la mancanza di un suono consonante iniziale è rappresentata dal jamo muto ᄋ. Si trova in alto, a sinistra o nell'angolo in alto a sinistra della sillaba
mediale (중성, 中聲 jungseong): è la vocale o il dittongo della sillaba. Si trova a destra o al centro della sillaba se c'è un jamo finale, in assenza dal jamo finale è a destra o in fondo alla sillaba.
finale (종성, 終聲 jongseong): è la consonante che chiude la sillaba; il jamo ᄋ in questa posizione non è muto, ma rappresenta un suono analogo al suono ng della lingua inglese; le sole consonanti doppie che occupano questa posizione sono ᆻ (ss) e ᆩ (kk). Si trova in fondo, a destra o nell'angolo in fondo a destra della sillaba.



Fonte: Rosso Pompeiano forum

view post Posted: 15/6/2011, 16:48     +1Alfabeto glagolitico - Lingue Antiche

Alfabeto glagolitico



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L'Alfabeto glagolitico o Glagolitico è il più antico alfabeto slavo conosciuto. Venne creato dal missionario Cirillo, insieme a suo fratello Metodio, intorno all'862-863 per tradurre la Bibbia e altri testi sacri in antico slavo ecclesiastico.

Il nome, di origine tarda, deriva dal sostantivo glagolŭ ("verbo", ma è anche il nome della lettera "G"), o dal verbo glagolati ("parlare"). Altre fonti antiche, come gli scritti del monaco bulgaro Chabr, lo definiscono semplicemente con il termine scrittura slava.

L'alfabeto glagolitico ha circa 40 caratteri, a seconda delle varianti. 24 caratteri glagolitici sono derivati probabilmente da grafemi del corsivo medievale greco, a cui venne dato un disegno ornamentale. Si presume che le lettere Ša, Šta e Tsi derivino dall'alfabeto ebraico (Shin e Tsadi): i fonemi che queste lettere rappresentano non esistono in greco, ma sono presenti in ebraico e sono abbastanza diffusi in tutte le lingue slave. I rimanenti caratteri sono di origine sconosciuta. Si presume che alcuni di essi derivino dagli scritti ebraici e samaritani, con cui San Cirillo venne a contatto nei suoi viaggi. Un'altra teoria afferma che l'alfabeto glagolitico fosse basato sulle antiche rune slave (chrti i rezi, linee e tacche), che, come le rune germaniche, venivano usate solo nei testi sacri della religione slava precristiana.

Attualmente il glagolitico è utilizzato nella liturgia in Croazia, mentre presso gli altri popoli slavi che ne facevano uso scomparve intorno al X secolo, venendo sostituito dal cirillico.

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La nascita dell'alfabeto glagolitico è strettamente connessa a motivazioni politiche e culturali. Possedere una propria scrittura equivaleva a una dimostrazione di indipendenza da parte degli stati slavi medievali, che in questo modo potevano cercare di sottrarsi alle influenze delle nazioni confinanti e/o culturalmente o politicamente più potenti (Bisanzio, Roma, Franchi). Inoltre, era necessario un sistema che traducesse graficamente la fonetica slava, poiché gli adattamenti degli alfabeti latino e greco fino ad allora utilizzati non riuscivano a svolgere adeguatamente questa funzione.

Nell'anno 862, il principe Rastislav della Grande Moravia richiese all'imperatore di Bisanzio l'invio di missionari per rafforzare l'autonomia del proprio stato, sottraendolo così alla dipendenza dal clero germanico, che corrispondeva a una dipendenza dallo stato franco. Cirillo, con l'aiuto del fratello Metodio, creò un sistema di scrittura originale sulla base del dialetto slavo meridionale parlato nella sua terra di origine, i dintorni di Salonicco. Questo alfabeto venne usato in Moravia tra gli anni 863 e 885 a scopi religiosi e statali. I missionari fondarono l'Accademia della Grande Moravia (Veľkomoravské učilište), dove vennero istruiti i loro seguaci.

Nell'886 il vescovo di Nitra, di provenienza franco-orientale, proibì questo alfabeto ed imprigionò i seguaci di Cirillo e Metodio (per lo più studenti dell'accademia originale). Essi vennero dispersi o, secondo alcune fonti, venduti come schiavi. Tre di loro, comunque, raggiunsero la Bulgaria e Boris I di Bulgaria commissionò loro l'insegnamento e l'istruzione del futuro clero dello stato nella lingua slava. Dopo l'adozione del Cristianesimo in Bulgaria nell'865, le cerimonie religiose venivano condotte in greco da un clero proveniente da Bisanzio. Temendo un aumento dell'influenza bizantina e l'indebolimento dello stato, Boris vide nell'Antico slavo ecclesiastico e nell'alfabeto glagolitico un mezzo per preservare l'indipendenza della Bulgaria: anch'egli riteneva che il possesso di una propria lingua scritta ed un proprio sistema di scrittura potessero far uscire lo stato dall'orbita straniera. Perciò vennero fondate due accademie, ad Ocrida e a Preslav, da parte dei seguaci dei due missionari.

Successivamente gli studenti di queste due accademie viaggiarono verso le altre terre slave, nelle quali diffusero l'uso del loro alfabeto, quello glagolitico. Alcuni si diressero in Croazia e Dalmazia, dove si sviluppò la variante quadrata e dove l'alfabeto rimase a lungo in uso. Nel 1248, papa Innocenzo IV conferì ai soli Croati il diritto di utilizzare la loro lingua madre e la scrittura glagolitica nella liturgia ecclesiastica cattolica. Il permesso venne formalmente concesso al solo vescovo Filippo di Segna, ma in realtà si estese poi a tutti i territori croati che usavano la liturgia in alfabeto glagolitico, principalmente lungo la costa adriatica. Il Vaticano pubblicò molte missive in alfabeto glagolitico a Roma. Quello dei croati fu un privilegio unico nel suo genere fino al Concilio Vaticano Secondo del 1962-65.

Alcuni studenti dell'accademia di Ocrida, Macedonia si recarono in Boemia dove l'alfabeto era usato nel X e XI secolo, insieme ad altri tipi di scrittura. L'alfabeto glagolitico veniva usato anche in Russia, sebbene raramente.

Alla fine del IX secolo, uno degli studenti di Metodio che si era stabilito a Preslav (Bulgaria) creò l'alfabeto cirillico, che rimpiazzò quasi completamente l'alfabeto glagolitico durante il Medioevo. L'alfabeto cirillico è derivato dall'alfabeto greco, con circa 10 lettere peculiari delle lingue slave, derivate dall'alfabeto glagolitico (anche se la questione della dipendenza reciproca tra i due sistemi è ancora oggetto di controversie).

Il glagolitico venne diffuso anche in Polonia, dove nel 1380 il principe polacco Konrad II, della dinastia dei Piast, fondò un convento glagolitico a Oleśnica e nel 1390 la regina polacca Jadwiga fondò a Cracovia la chiesa della Santa Croce, in cui venne usata per 80 anni la scrittura glagolitica. In generale, però, il polacco utilizzò una versione adattata dell'alfabeto latino, soluzione legata anche a motivazioni politiche, come scelta dell'orbita cattolico-romana in difesa dalle mire germaniche.

Nel 1591 Angelo Rocca chiamò il glagolitico Alphabetum Illyricum e lo ascrisse a san Girolamo con le parole Sanctum Hieronymum Illyricarum litterarum. Nel 1538 Guillaume chiamò il glagolitico Alphabetum Hieronymianum seu Dalmaticum, aut Illiricum.



Grazie a Matrona Malice per la segnalazione^^
view post Posted: 27/5/2011, 09:54     Storia dell'Alfabeto - Lingue Antiche

Storia dell'Alfabeto



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La storia dell'alfabeto comincia nell'antico Egitto. Nel 2700 a.C. gli egiziani svilupparono un insieme di circa 22 geroglifici per rappresentare ciascuna delle consonanti del loro linguaggio più una 23ª che sembra rappresentasse la vocale iniziale o finale in una parola. Questi segni erano rappresentati come guida alla pronuncia dei logogrammi, per scrivere inflessioni grammaticali e, più tardi per trascrivere parole straniere. Ciononostante il sistema non era usato per scopi puramente alfabetici. Si pensa che la prima scrittura puramente alfabetica sia stata sviluppata intorno al 2000 a.C. per i lavoratori di origine semitica nell'Egitto centrale. Nei seguenti cinque secoli si diffuse verso nord e quasi tutti gli alfabeti del mondo discendono, direttamente o meno, da quest'ultimo, con la possibile eccezione dell'alfabeto meroitico, un adattamento del geroglifico in Nubia.

Gli alfabeti della età del bronzo dell'Egitto devono essere tuttora decifrati. Comunque sembra che siano per lo meno parzialmente, e forse completamente, alfabetici. I più antichi esempi ci sono giunti sotto forma di graffiti dell'Egitto centrale datati attorno al 1800 a.C. Questo scritto semitico non era confinato ai segni delle consonanti dell'egiziano esistente, ma aveva incorporato un numero di altri geroglifici egiziani, per un totale di forse trenta, ed utilizzava per essi nomi semitici. Quindi, per esempio, il geroglifico per ("casa" in egiziano) divenne bayt ("casa" in semitico). Non è chiaro attualmente se questi segni stessero solo per b (b come in beyt "casa"), oppure stessero sia per la consonante b e la sequenza byt, come stessero sia per p e la sequenza pr in egiziano. Comunque, al momento in cui lo scritto fu acquisito dai canaaniti, era solamente alfabetico, ed il geroglifico originalmente rappresentante "casa" si riferiva solo alla b.

L'alfabeto protocananeo, come l'egiziano, rappresentava solamente consonanti, e costituiva un sistema di scrittura chiamato abjad. Da questo possono essere tracciati quasi tutti gli alfabeti utilizzati, la maggior dei quali discende dalla più recente versione dell'alfabeto fenicio scritto.

L'alfabeto aramaico, il quale si evolse dal fenicio nel VII secolo a.C. e divenne la scrittura ufficiale dell'impero persiano, sembrerebbe essere il padre di quasi tutti i moderni alfabeti:

Il moderno alfabeto ebraico (l'alfabeto ebraico originale deriva da quello samaritano)
L'alfabeto arabo, derivato dall'aramaico tramite quello nabateo, sviluppato in quella che è oggi la Giordania meridionale.
L'alfabeto siriaco usato dopo il III secolo d.C. si è evoluto, attraverso il pahlavi e il sogdiano, negli alfabeti dell'Asia del nord, come l'orkhon, l'uiguro, il mongolo ed il manciù.
L'alfabeto giorgiano è di provenienza incerta, ma sembrerebbe far parte della famiglia persiano-aramaica (o forse della greca).
L'alfabeto aramaico è anche il più probabile padre del brahmi dell'India, il quale si è diffuso nel Tibet, nell'Asia sudoccidentale e nell'Indonesia con le religioni hidu e buddista. (La Cina e il Giappone mantennero invece le preesistenti scritture logografiche e sillabiche)

L'alfabeto hangul fu inventato in Corea nel XV secolo d.C. La tradizione vuole che fosse una invenzione autonoma; tuttavia recenti studi suggeriscono che possa essere basato su una mezza dozzina di lettere derivanti dal tibetano tramite la scrittura phagspa della dinastia imperiale Yuan della Cina.

Oltre l'aramaico, l'alfabeto fenicio diede spunto a quello greco e a quello berbero. La notazione in scrittura delle vocali avrebbe certo migliorato la leggibilità dell'egiziano, del berbero o del semitico, ma la loro assenza fu problematica soprattutto per il greco, che ha una struttura morfologica diversa, essendo una lingua indoeuropea. I Greci risolsero il problema in modo ingegnoso: utilizzarono i segni che denotavano consonanti non presenti nella loro lingua per notare le vocali. Per esempio, i greci non avevano il colpo di glottide o l'aspirata h, quindi le lettere fenice `alep ed he divennero la lettera greca alfa ed e (Più tardi rinominata epsilon), e stava per le vocali /a/ ed /e/ piuttosto che le consonanti /ʔ/ e /h/. La waw e lo yod segnavano le due consonanti approssimanti /y/ e /w/, molto vicine alle vocali /i/ e /u/, da cui le lettere greche iota e ypsilon. Particolare è la storia della het fenicia, che nota un'aspirata. Essa fu usata per la e lunga (detta eta) in alcune zone della Grecia nelle quali i dialetti non avevano suoni aspirati. In altre zone della Grecia fu usata invece per segnalare l'aspirazione, dando poi origine alla acca del latino e allo spirito aspro del greco. Questa fu la nascita di sei delle dodici vocali greche; successivamente i greci crearono altre modifiche, come ei, ou, e o (che divenne omega).

Pare che il greco sia l'origine di tutti i moderni sistemi di scrittura europei. L'alfabeto dei recenti dialetti greci occidentali, dove la lettera eta rimase una h, creò l'italico antico e gli alfabeti romani. Nei dialetti greci orientali, i quali mancavano di una /h/, eta stava per una vocale, e rimane una vocale nel greco moderno e tutti gli altri alfabeti derivati dalle varianti orientali: alfabeto glagolitico, cirillico, armeno, gotico (che usava sia lettere greche che romane), e forse il giorgiano.

Questa descrizione presenta l'evoluzione delle scritture in un modo lineare, ma costituisce una semplificazione. Per esempio, l'alfabeto manchu, disceso dall'abjads dell'Asia occidentale, era anche influenzato dal hangul coreano, che era sia indipendente (Nel modo tradizionale) o derivato dall'abugidas dell'Asia del sud. Il giorgiano apparentemente deriva dalla famiglia dell'aramaico, ma fu fortemente influenzato nella sua creazione dal greco. L'alfabeto greco, esso stesso un derivato finale dei geroglifici attraverso il primo alfabeto semitico, più tardi adottò una mezza dozzina di geroglifici demotici quando fu usato per scrivere l'egiziano copto. Poi c'è il Cree Syllabics (un abugida), il quale sembrerebbe essere una fusione del devanagari e del Pitman shorthand. Più tardi sarebbe potuto essere una invenzione indipendente, ma più probabilmente ha le sue origini finali nel latino scritto corsivo.

Non è conosciuto quante lettere avesse l'alfabeto proto-sinaitico e nemmeno quale fosse il loro ordine alfabetico. Tra i suoi discendenti, l'alfabeto ugaritico ebbe 27 consonanti, l'alfabeto arabo del sud ne ebbe 29, e l'alfabeto fenicio fu ridotto a 22. Queste scritture furono sequenzializzate in due ordini, un ordine ABGDE fenicio e un ordine HMĦLQ nel sud; l'ugaritico preservava entrambi gli ordini. Entrambe le sequenze si dimostrarono molto stabili fra i discendenti delle scritture.

I nomi delle lettere sono risultati essere stabili tra tutti i molti discendenti del fenicio, includendo samaritano, alfabeto aramaico, sirio, ebraico e l'alfabeto greco. Comunque furono abbandonati per l'arabo e il latino. La sequenza delle lettere continuò più o meno intatta nel latino, armeno, gotico e cirillico, ma fu abbandonata nel brahmi, nel runico e nell'arabo, sebbene un tradizionale ordine abjad rimase o fu reintrodotto come alternativa nelle lettere.

L'unico alfabeto moderno che non è stato fatto risalire graficamente all'alfabeto cananeo è la scrittura maldiviana, che è unica in quanto, sebbene sia chiaramente modellata sull'arabo e forse su altri alfabeti esistenti, deriva la sua forma delle lettere dai numeri. L'alfabeto osmanya usato per il somalo negli anni venti era ufficiale in Somalia assieme all'alfabeto latino fino al 1972, e le forme delle consonanti sembrano essere una innovazione completa.

Tra gli alfabeti che non sono usati tra le nazioni tutt'oggi, pochi sono chiaramente indipendenti nella forma delle loro lettere. L'alfabeto fonetico zhuyin deriva dai caratteri cinesi. L'alfabeto santali dell'India orientale sembrerebbe essere basato su simboli tradizionali come "pericolo" e "punto d'incontro", così come le pittografie inventate dal suo creatore. (Il nome delle lettere Santali è in relazione con il suono che rappresentano attraverso il principio acrofonico, come nell'alfabeto originale, ma è la consonante finale o vocale del nome della lettera che rappresenta: le "aumento" rappresenta e, mentre en "grano fresco" rappresenta n.)

Nel mondo antico, l'Ogham consisteva in segni di registro, e le iscrizioni monumentali dell'antico Impero persiano venivano scritte in una scrittura cuneiforme essenzialmente alfabetica la cui forma delle lettere sembrava essere stata creata per l'occasione.

Il cambio in un nuovo sistema di scrittura a volte causa un'interruzione nelle forme grafiche, e rende la relazione difficile da rintracciare. Non è immediatamente ovvio che il cuneiforme alfabeto ugaritico deriva da un abjad semitico prototipo, per esempio, sebbene questo sembri proprio essere il caso. E mentre gli alfabeti manuali sono una continuazione diretta dell'alfabeto locale scritto (sia l'alfabeto britannico con due mani che quello francese/inglese con una mano mantengono la forma delle lettere dell'alfabeto latino, come l'alfabeto manuale indiano fa per il devanagari e il coreano per l'hangul), il braille, il semaforico, le bandiere di segnalazione marittima e il codice Morse sono essenzialmente forme geometriche arbitrarie. Le forme del braille inglese e delle lettere semaforiche, per esempio, sono derivate dall'ordine alfabetico dell'alfabeto latino, ma non dalla forma grafica delle stesse lettere. La moderna stenografia appare anch'essa essere non correlata graficamente. Se deriva dall'alfabeto latino, la connessione è andata persa nel tempo.




Fonti: Rosso Pompeiano forum e Matrona Malice per la segnalazione^^
view post Posted: 22/4/2011, 20:53     God of War - Sala per presentazioni giochi horror
Ho letto il libro di questo gioco, e sono rimasta colpita alla sua crudeltà: il libro in sè è molto bello, ma ha anche lui delle scene molto forti (per me almeno). Dicono che il gioco sia ancora più crudo. Comunque la trama è veramente degna di una tragedia ellenica^^
view post Posted: 22/4/2011, 20:46     Parliamo di libri - Sala libri horror
CITAZIONE (SILVIA13l'angelodellamorte @ 22/4/2011, 20:54) 
CITAZIONE (Talos Niki @ 22/4/2011, 18:00) 
Ah, ho capito :lol: :lol: :lol:

e cosa hai capito?

:blink: :blink: Mi sento accrechiata... c'è qualcosa che non va.. :0170.gif:
view post Posted: 22/4/2011, 17:00     Parliamo di libri - Sala libri horror
CITAZIONE (SILVIA13l'angelodellamorte @ 22/4/2011, 17:45) 
mi chiedi pure il perchè?

Ah, ho capito :lol: :lol: :lol:
view post Posted: 22/4/2011, 09:33     Parliamo di libri - Sala libri horror
CITAZIONE (SILVIA13l'angelodellamorte @ 21/4/2011, 23:54) 
secondo me voi due vi fumate gli spinelli si si...

perché?!!! :gros-yeux20.gif: :gros-yeux20.gif: :gros-yeux20.gif:

CITAZIONE (demon quaid @ 21/4/2011, 22:40) 
No, meglio di no Niki. Non è una scrittrice che si occupava proprio di esoterismo o occultismo o sul generis insomma, meglio di no. ^_^

Ok ^_^
view post Posted: 21/4/2011, 20:54     Parliamo di libri - Sala libri horror
Figurati Demon^^
SPOILER (click to view)
Possiamo spostare il messaggio sotto biografie oppure lo lascio qui?
view post Posted: 21/4/2011, 19:41     Parliamo di libri - Sala libri horror
Non dico di trovare il libro, ma il titolo. Ora cerco.

EDIT: Trovata!


Δώρα Δίστρια


Έγραψε πάρα πολλά βιβλία, από τα οποία μερικά είναι:

Ο Μοναστηριακός Βίος εν τη Ανατολική Εκκλησία
Αι Γυναίκαις εν τη Ανατολή
Η εν Ελλάδι περιήγησις


Dice che ha scritto molti libri, alcuni dei quali sono:
La Vita Monastica dentro la Chiesa Orientale
Le Donne in Oriente
Il Viaggio in Grecia



Edited by Talos Niki - 21/4/2011, 20:57
127 replies since 16/1/2011